L’Isis ha ucciso un Lorenzo Orsetti, 33 anni, fiorentino, nome di battaglia Tekoser. Lorenzo era un volontario italiano che si trovava da un anno e mezzo nel nord-est del Paese, dove combatteva al fianco dei curdi dell’Ypg, le Unità di protezione del popolo, contro i jihadisti. Le forze curdo-siriane con cui combatteva in Siria Lorenzo Orsetti hanno diffuso la lettera-testamento dell’italiano.
“Ciao, se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo.
Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà.
Quindi nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo, e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra.
Non avrei potuto chiedere di meglio.
Vi auguro tutto il bene possibile, e spero che anche voi un giorno (se non l’avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo.
Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza.
Sono tempi difficili lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo.
Anche quando tutto sembra perduto, e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza, e di infonderla nei vostri compagni.
E’ proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve.
E ricordate sempre che “ogni tempesta comincia con una singola goccia”.
Cercate di essere voi quella goccia. Vi amo tutti, spero farete tesoro di queste parole.”
Dopo la notizia della sua morte, lo Ypg ha pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale il videomessaggio lasciato da Orsetti nel caso avesse trovato la morte in battaglia. “Ha giocato un ruolo significativo nella battaglia per la libertà, sopportando qualsiasi condizione avversa con grande determinazione”.”Estendiamo le nostre più profonde condoglianze alla famiglia e agli amici del nostro compagno caduto”.
La partecipazione alle Ypg e alle Forze siriane democratiche è stata dettata dal desiderio di difendere la rivoluzione curda e araba che trova oggi espressione nella Federazione democratica della Siria del nord e nei cambiamenti sociali, politici, economici e di genere che ha voluto difendere. Lorenzo era convinto che l’umanità meriti di meglio di una società capitalista in cui era cresciuto e di cui non aveva mai sopportato le dinamiche di esclusione e sfruttamento.
Lorenzo era partito per la Siria nell’autunno 2017 deciso a dare il suo contributo nella guerra contro lo Stato Islamico. Si definiva un anarchico e combattente rivoluzionario: “Mi chiamo Lorenzo, ho 32 anni, sono nato e cresciuto a Firenze – aveva detto ai giornalisti del Corriere Fiorentino – Ho lavorato per tredici anni nell’alta ristorazione: ho fatto il cameriere, il sommelier, il cuoco. Mi sono avvicinato alla causa curda perché mi convincevano gli ideali che la ispirano. Vogliono costruire una società più giusta, più equa. L’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e, naturalmente, la democrazia. Per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove, in altri contesti”.
Lorenzo ha commosso gran parte degli italiani per la sua umanità e per la sua scelta di vita dettata da ideali anarchici. Per una volta si è assaporato il valore di una persona che porta dentro una “responsabilità anarchica”. Lorenzo, come pochi, ha dato il giusto valore a quella ideologia identificata, sempre e comunque, con la violenza e il caos. Noi che l’anarchia la viviamo ogni giorno con le nostre scelte, sappiamo bene che non esiste dottrina migliore. Il nostro ideale libertario è fondato sull’autonomia e la libertà degli individui, contrapposto a ogni forma di potere costituito, compreso quello statale.
Buon viaggio Lorenzo.