Il blitz di questa mattina che ha portato all’arresto, tra gli altri, l’esponente di Fratelli d’Italia, Roberto Rosso, è lo sviluppo dell’indagine Carminius che aveva già portato ad arresti per ‘ndrangheta a Carmagnola e Torino.
Il 18 marzo scorso 400 militari del Comando Provinciale di Torino e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma della Guardia di Finanza, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo piemontese e il Ros dei Carabinieri di Torino, eseguirono una vasta operazione nei confronti di un sodalizio di matrice ‘ndranghetista radicato in Piemonte. Le indagini si estesero alla provincia di Torino e di Vibo Valentia. L’operazione “Carminius” iscrisse nel registro degli indagati 17 persone. Tra le accuse anche l’associazione di tipo mafioso.
Alla fine delle indagini la procura di Torino notificò l’avviso di conclusione delle indagini per 14 persone, di cui 11 accusate di associazione mafiosa.
Furono 41 in totale le persone indagate dal Gico della Guardia di finanza e dal Ros dei carabinieri. Il coordinamento fu affidato ai sostituti procuratori Monica Abbatecola e Paolo Toso della Direzione distrettuale antimafia di Torino. I 14 sono tuttora in carcere. Le ipotesi di reato sono associazione a delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni per eludere le norme in materia di misure di prevenzione, false fatturazioni, truffa e minacce. Oltre a questo anche l’aggravante di aver favorito un’organizzazione mafiosa. L’inchiesta parte dagli approfondimenti su alcuni incendi ai danni di concessionari di autoveicoli a Carmagnola. Rivelata poi la presenza di uomini considerati legati alla cosca Bonavota di Sant’Onofrio.