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Lo Stato processa Forza Nuova per i cappi alla Kyenge e assolve Calderoli per l'”orango”

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Rinvio a giudizio per Marco Forconi, coordinatore di Forza Nuova Abruzzo, legata alla vicenda dei cappi esposti davanti la Provincia di Pescara in occasione della visita dell’ex ministro per l’integrazione Cecile Kyenge. E lui risponde su Facebook.

“Tanti processi, tanto onore”. E ancora:Un’altra medaglia al valore. E’ un onore essere processato per nazionalismo da un tribunale antifascista”. A muso duro Forconi contro uno Stato che, a quanto pare, processa i simboli.

L’episodio risale al 15 luglio 2013Il ministro arrivò a Pescara nell’ambito dell’iniziativa della “Carovana della libera circolazione” e Forza nuova, provocatoriamente, la accolse con dei volantini con sopra scritto:“immigrazione cappio dei popoli. Ad ogni terra il suo popolo. Ad ogni popolo la sua terra”. Forconi, per questo, è stato accusato di esposizione di simboli razzisti e minacce aggravate a fini di razzismo. Ora il gip dovrà fissare la data dell’udienza preliminare. 

Nell’ Italia fondata sulla clandestinità e sulla corruzioneha detto Forconi – c’è chi rischia fino a 3 anni per un atto politico simbolico, alla base del quale non solo è impossibile evincere intimidazione alcuna ma nemmeno una connotazione razzista. Nessuna resa, il nazionalismo vincerà”. Poi ha precisato:”dichiaro che tale accusa è priva di fondamento in quanto frutto di una distorsione non involontaria da parte della procura e delle forze dell’ordine. Esporre dei cappi con dei riferimenti all’immigrazione non discriminatori e palesemente a favore delle identità nazionali non può in alcun modo essere soggetto ad azione penale”. Se, poi, si aggiunge anche l’assurdo secondo capo di imputazione, quello di minaccia, allora si capisce che il discorso di rinviarmi a giudizio, dopo quasi due anni, altro non si tratta che di persecuzione politica. Non rinnego nulla di ciò che ho fatto, lo rifarei, e sono pronto a dimostrare in ambito processuale la validità e bontà delle idee nazionaliste”.

COSA ESPRIMEVA FORZA NUOVA CON QUELL’ATTACCO SIMBOLICO?

Forza Nuova intendeva ribadire da un lato la ferma contrarietà all’immigrazione come fenomeno d’invasione ed a qualsiasi forma di Ius Soli, mitigato o meno, e, dall’altro, la convinzione che in questo momento storico siano necessari dispositivi antimigratori in entrata molto più ferrei rispetto a quelli già in atto. “Nei prossimi mesi – dichiararono i militanti – quando la situazione economica nazionale si paleserà con un peso ed una durezza senza precedenti, il tema dell’invasione allogena non potrà non essere posto al centro del dibattito politico e, molto probabilmente, Forza Nuova si troverà a dover ingaggiare una lotta dura contro una congiunturale e permissiva presa di posizione sull’immigrazione a livello parlamentare”.

L’EX MINISTRO:“NON SCENDO AI LIVELLI DI CALDEROLI” 

“Sicuramente non scendo allo stesso livello” disse la Kyenge a Pescara in risposta, disse il ministro a proposito delle offese ricevute dall’allora vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. “Quando vedo la Kyenge non posso non pensare a un orango” disse in un comizio Calderoli. Un pensiero duro e puro come solo i leghisti sanno essere e che la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato ha deciso di assolvere e, quindi, di non accusarlo di istigazione al razzismo.

Peccato per Forconi non essere parlamentare.

FORCONI DURANTE UNA RIUNIONE DI PARTITO

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