Per farci credere alla bufala dello Stato nostro amico, ci è stato raccontato, da sempre, che lo Stato altro non è che “un’entità giuridica temporanea che governa ed esercita il potere sovrano sui soggetti a esso appartenenti”. In pratica deleghiamo ad esso il potere di farci del male.
Accade, così, che lo Stato processi una donna di 70 anni per il solo fatto di aver creduto in una battaglia a difesa della sua terra:
“Che sia chiaro, io non accetterò di andare tutti i giorni a chiedere scusa ai carabinieri, non accetterò che la mia casa diventi la mia prigione”.
A dirlo è Nicoletta Dosio la donna che martedì è stata raggiunta da un provvedimento di firma giornaliera insieme ad altri 8 attivisti. Altri 9 sono stati arrestati dalla Questura di Torino per via degli scontri dell’anno scorso presso il cantiere dell’alta velocità di Chiomonte.
Secondo la procura la donna e altri 22 No Tav che il 28 di giugno 2015 hanno partecipato alla manifestazione, avrebbero attuato gravi violenze nei confronti di agenti presenti sul posto a difesa dell’illegittimo cantiere Tav.
Peccato che la donna avrebbe difficoltà di movimento e quel giorno era semplicemente scesa a protestare contro un’opera insensata.
“Decidano loro tanto la nostra lotta è forte, lottiamo per il diritto di tutti a vivere bene, lottiamo non solo per la nostra valle ma per un mondo più giusto e vivibile per tutti”
Poi aggiunge:
“Noi non abbiamo paura e non ci inginocchiamo davanti a nessuno; e quindi io a firmare non ci vado, e nemmeno starò chiusa in casa ad aspettare che vengano a controllare se ci sono o non ci sono: siamo nati liberi e liberi rimaniamo, liberi e uguali!”
Tutto il movimento è al fianco di Nicoletta e promette battaglia.
Anche altri attivisti che lottano contro l’Alta velocita’ in Valle di Susa attueranno forme di ‘disobbedienza’ e non andranno a firmare o violeranno gli arresti domiciliari.
“E’ una nuova forma di lotta e protesta che va sostenuta”, ha detto Luca Abba’, attivista storico che, in seguito alla caduta da un traliccio dell’alta tensione durante una manifestazione, riportò gravi ferite.
Sulla stessa lunghezza d’onda Alberto Perino, che ha anche espresso apprezzamento per l’elezione della Appendino. Poi rivolgendosi alla giustizia che ha ordinato gli arresti ha detto:”
“un segnale di debolezza. Non sanno piu’ come prendere e chi prendere”.7
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