Il documento allarma le Regioni. Si tratta della Relazione tecnica allegata alla Legge di Bilancio. In particolare la norma avanza tagli alla Sanità a partire dal 2023.
La norma non appare chiara a primo impatto.
Ma, come fa notare il Sole 24 ore, occorre fare riferimento ad altri testi. L’articolo 72 del documento tecnico sottolinea prima di tutto che:
“il fabbisogno standard è normativamente stabilito solo fino all’anno 2021”.
E poi si aggiunge che:
“dall’anno 2023 per effetto dei processi connessi alla riorganizzazione dei servizi sanitari anche attraverso il potenziamento dei processi di digitalizzazione, si prevede una minore spesa di 300 milioni di euro annui, con conseguente riduzione del livello del finanziamento”.
Una scelta che allarma non poco le Regioni italiane, considerando che proprio in questi mesi la Sanità è il settore più importante in cui investire.
300 milioni in meno
In sostanza, il fondo sanitario nazionale dal 2023 dovrebbe avere 300 milioni in meno in Legge di Bilancio. Ad oggi il fondo beneficia di 120 miliardi, a cui nel 2021 se ne aggiungerà un altro. Guardando lo schema illustrato nella stessa Relazione tecnica, per il 2022 e gli anni successivi non viene specificato l’ammontare del fondo. Si parla già di tagli permanenti da 300 milioni all’anno a partire dal 2023, ma non delle risorse complessive del fondo. C’è solo la sottrazione insomma.
Potrebbe accadere che per i prossimi anni il fondo nazionale per la sanità benefici sempre di 120 miliardi. Tuttavia per i tecnici delle Regioni sarebbe meglio specificarlo.
I 300 milioni in meno non sono indicati come tagli, bensì come minore finanziamenti dovuti ad una migliore digitalizzazione. Un risparmio dovuto allo sviluppo delle nuove tecnologie. E come si fa se gran parte dei territori italiani non ha neppure la banda larga?
Nel 2021 e nel 2022 ci sarà in Italia una manovra espansiva. Nel 2023, su indicazione dell’Europa, questa tendenza andrà rivista con una programmazione correttiva. In concreto, a 5 miliardi di tagli.