Servono due settimane per sapere se le nuove misure anti-contagio funzioneranno. Nel caso sarà lockdown.
In caso le misure non fossero sufficienti, due settimane potrebbero essere un tempo troppo lungo per scongiurare il peggio. Anche se la rete sanitaria non è al collasso, in molti ospedali la situazione appare critica.
Dunque, se il Sars-CoV-2 dovesse continuare a correre in questo modo, già a novembre si potrebbero toccare i 30mila nuovi contagi al giorno. Una cifra non da poco e che spaventa, sia dal punto di vista sanitario, che psicologico. Solo a quel punto arriverebbero altre misure di contenimento.
Lo scenario di “Tipo 3” e la “depressione” degli italiani
L’intenzione dei tecnici è quello di mettere in campo tre nuove opzioni di restrizioni, nel rispetto della “gradualità e proporzionalità”. Le tre “mosse”, consisteranno in lockdown territoriali, limitati alle zone più colpite, seguiti dalla chiusura dei confini regionali, per poi estendere la didattica a distanza a tutta la scuola. L’obiettivo è quello di restare sotto il limite dei pazienti di terapia intensiva, fissato a 2.500. Se si dovesse superare la cifra l’ipotesi del lockdown nazionale diventa certezza.
Rimborsi per il semi-lockdown: a chi arriveranno
Speranza e Franceschini invitano il premier a fare attenzione, mentre Gualtieri si è mosso per iniziare a trovare risorse a sostegno delle attività produttive, in caso di una nuova chiusura totale. Per il momento, però, Conte rimane sulla linea più morbida.
La situazione è in continua evoluzione, anche dal punto di vista politico. Matteo Renzi, infatti, chiede al premier un cambio di rotta sulla linea politica. E poi c’è l’opposizione che ha tutta l’intenzione di chiedere la testa di Giuseppe Conte. La decisione, comunque, arriverà quando il Comitato tecnico scientifico, analizzando i nuovi dati, suggerirà il percorso da seguire. Al momento, però, dalle parti della maggioranza tutto tace. Più o meno.