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Da questa risibile ‘tornata elettorale’ in pieno stile dittatoriale, chi ne esce soddisfatta, tanto per cambiare, è la politica. O meglio, i rappresentanti della politica. Quelli che, per intenderci, dovrebbero essere eletti e rappresentare, ovunque, l’esclusivo interesse dei cittadini. 

Accade, quindi, che ‘ex elettori’ e, se vogliamo, ‘sudditi’ che ancora credono nel valore di un voto per delineare un futuro degno di un Paese come l’Italia, si ritrovino sui social a commentare indignati la deriva autoritaria di certa politica. Almeno fino a quando è possibile. Infatti, dopo aver sottratto il diritto al voto, in tanti si stanno stracciando le vesti per impedire la libera espressione del pensiero. Non passa ora, minuto o secondo che da Bruxelles non arrivino direttive che restringono (un pezzetto per volta) il campo d’azione dell’articolo 21 tanto caro ai padri costituenti.

In queste ultime 24 ore in tanti si sentono in dovere di festeggiare la vittoria:”Centrosinistra calamita anche di liste civiche. Ora massima responsabilità amministrativa e di governo” commenta il segretario regionale del Partito democratico abruzzese, Silvio Paolucci. E aggiunge:”La partita delle Province finisce 3 a 0 per il centrosinistra. Un risultato che dimostra l’unità e la compattezza del Pd e della maggioranza regionale”. Peccato che il neo assessore regionale dimentichi che la vittoria delle Provinciali non è passata per ‘mano degli elettori’. Ma aggressivo come un leone continua:”il 59% raggiunto nelle elezioni dei presidenti delle Province di Chieti e Pescara è stato reso possibile dalla credibilità dei candidati scelti”. Più che dalla credibilità dei candidati (scelti nelle segreterie) la vittoria (?) non è stata decisa dai cittadini.

“Per il cittadino cosa cambia?” commentano alcuni sul quotidiano abruzzese il Centro. “Obiettivo raggiunto, Lucianino mette le mani pure sulla provincia” commenta Franco, mentre Giulio domanda:Ma non andavano abolite le province? Sono risorte come la fenice?”. Marco riflette:“Scusate ma un presidente senza indennità e sindaco di un piccolo comune come campa? Gli impegni istituzionali lo terranno molto impegnato, io non lo conosco ma io al suo posto dovrei chiedere la carità per andare avanti”. Infine Armando:il nuovo presidente non avrà lo stipendio….ma quanto riceverà di rimborso spese previsto dalla nuova legge?”.

Senza fine l’autocompiacimento dei politici:“L’elezione di Di Marco è il giusto riconoscimento all’impegno, alla capacità d’azione, alla competenza e alla passione con cui in questi anni ha svolto il suo ruolo di sindaco e di consigliere provinciale” tuona l’onorevole Vittoria D’Incecco (Pd). “Si completa il quadro delle istituzioni governate dal centrosinistra e si apre la strada ad un proficuo lavoro sinergico tra Governo, Regione, Comune e Provincia”. 

Estasiata Francesca Ciafardini, segretaria provinciale del Partito democratico di Pescara:”i candidati consiglieri hanno condotto una campagna elettorale pulita, sincera, senza scatenare alcuna guerra delle preferenze”. E ci mancherebbe che i nominati litigassero pure. “Di questo risultato importante va dato merito ai candidati in lista, ai parlamentari, ai rappresentanti del Pd nella Regione e nei Comuni, che hanno garantito una vittoria piena in un clima di sincera coesione”. La Ciafardini, non a caso, dimentica di dire che i risultati ottenuti non siano attribuibili ai cittadini che, in effetti, non hanno votato. 

“Vorrei che tutti fossero motivati e mobilitati in questa nuova sfida” ha detto il neo presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo. Motivati per essersi ritrovati un presidente eletto dai partiti? O per essersi ritrovati un Presidente del Consiglio (il terzo) non eletto da nessuno?

ZdO

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