La notizia di oggi è che il presidente della Regione Abruzzo, per la prima volta in assoluto, mette una mano davanti una telecamera (de Le Iene) per non farsi riprendere. Uniamoci in preghiera.
di Antonio Del Furbo
A memoria d’uomo non ho contezza (come direbbe sua Maestà Luciano) di un evento del genere. Probabilmente, ne sono sicuro, in un’altra sua vita avrà rinunciato a interviste televisive. Vai a sapere in quale vita però. Magari in quella in cui era un giovanissimo presidente di Provincia. No, forse, no. Era sicuramente in quella in cui campava con i soldi della zia.
Eppure non se ne capirebbe il motivo se big Luciano da Manoppello avesse, nel caso, rifiutato qualche intervista visto che, sempre a memoria d’uomo, non si ricorda un solo giornalista ad avergli fatto una domanda scomoda. Sforzandomi posso ricordare una in cui ci si chiedeva il perché della riga sempre a sinistra oppure il perché della pretesa di essere filmato sempre dal lato destro.
Domande, purtroppo, a cui non si sono trovate risposte.
Intanto, mentre l’allegra brigata della Regione Abruzzo si sposta a Verona a brindare con tazze di vino in compagnia di giornalisti pagati con soldi nostri per raccontare all’Abruzzo che a Verona i nostri politici sono belli e bravi, Nadia Toffa de Le Iene cala il suo asso.
“Com’è possibile costruire un elettrodotto in zona altamente a rischio frana e alluvione senza alcun studio idrogeologico?” ha chiesto la giornalista al presidente della Regione Luciano D’Alfonso in merito all’elettrodotto di Terna. Il big, abituato a trattare con le sue truppe cammellate che ogni giorno gli lustrano le scarpe e gli scartavetrano il sedere ha risposto (forse credendosi simpatico):
“Se mi rifà la domanda mi consente di capire” ripetuto per tre volte.
Peccato che, nonostante le simpatiche risposte e le faccette ironiche di D’Alfonso, il problema è molto grave. E questa volta ad applaudirlo, per le sue boutade, non c’era manco un giudice in platea.
Secondo Le Iene la Regione Abruzzo avrebbe indicato delle zone in cui il pericolo frane è molto elevato e, proprio in queste aree, sarebbero stati posizionati 55 piloni per la realizzazione di un nuovo elettrodotto che porterà energia dal Montenegro. Le aree a rischio sono denominate ‘Zone Rosse’ e ‘Zone gialle’ in base al livello di dissesto della zona. In particolare un pilone, il numero 113, è collocato proprio su un area della Zona Rossa.
A confermare la pericolosità è anche il professor Francesco Stoppa, geologo dell’università di Chieti:
“I tralicci potrebbero cadere uno dietro l’altro”. E aggiunge:“quest’opera mi fa più paura di un vulcano”.
Tra l’altro nelle vicinanze dell’elettrodotto ci passa un metanodotto. E, proprio un anno fa, in un’altra zona un pilone è caduto provocando un incendio di un altro metanodotto.
Si scopre, quindi, che la Regione Abruzzo non ha controllato i lavori e non si è preoccupato nemmeno di assicurarsi se fossero stati presentati, da parte di Terna, gli studi sul dissesto idrogeologico. I tecnici della Regione se lo ricordano a lavori quasi ultimati. Scrivono:
“non è possibile riscontrare la compatibilità dell’intervento con le caratteristiche geologiche e geomorfologiche dell’area” e in alcuni casi “non risultano eseguiti i sondaggi”.
Terna, che a quanto pare non ne sa nulla, in passato aveva sostenuto che i tralicci fungessero da rinforzo per le frane in quanto i piloni sarebbero stai molti metri sotto terra. Il traliccio numero 73, a strapiombo su un calanco, secondo la relazione della Regione andrebbe delocalizzato. Sarà pure che i piloni rinforzino il terreno ma, proprio l’anno scorso, a Ripafratta fu rimosso un traliccio in seguito ad una frana che travolse una casa.
“Questo elettrodotto è passato nelle nostre case senza che nessuno abbia potuto dire qualcosa” ha detto Mario Pupillo, sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti.
E D’Alfonso che ha risposto? Lui della ‘Regione vicina’, della ‘Provincia vicina’ e del ‘Comune vicino’?
“Chi c’era prima di me ha assunto atteggiamenti amministrativi arrendevoli, oggi non c’è spazio per bloccare i lavori”.
Ma come, colui che è venuto in terra per dare un nuovo ordine mondiale a noi peccatori e disorganizzati butta la spugna e dice che contro Terna non può nulla? Ma potrà magari andare in Procura a denunciare i fatti?
“In procura non ci vado perché faccio l’amministratore pubblico”.
Ma come presidente, Lei che ogni giorno, ogni ora ‘minaccia’ dalla sua poltronissima regionale querele e denunce dice che non va in Procura? Presidente, mi delude. Probabilmente sta perdendo colpi e ha bisogno di una vacanza. Che ne dice di un bagno nel mare di Pescara?