L’Associazione nazionale magistrati minaccia il governo di Mario Draghi con un documento in cui invita i giudici a “rallentare immediatamente tutte le attività dei rispettivi uffici”. Non solo. Obiettivo dell’Anm è quello di arrivare “nei casi più estremi, anche alla sospensione dell’attività giudiziaria non urgente”.
Le minacce dell’Associazione nazionale magistrati traggono origine dalla volontà dei giudici di essere vaccinati prima degli altri. L’Anm dimentica che nel nuovo piano predisposto dal generale Figliuolo, nuovo commissario per l’emergenza, non ci sono più riferimenti a categorie professionali ma solo a fasce d’età.
Proprio il presidente del Consiglio Mario Draghi pochi giorni fa in Parlamento bacchettava le Regioni per aver dato precedenza a “gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale” trascurando gli anziani.
E, dunque, la potente lobby dei magistrati è uscita allo scoperto.
Il sindacato delle toghe accusa il governo di “considerare il servizio giustizia con carattere di minore priorità rispetto ad altri servizi essenziali già sottoposti a vaccinazione, tanto da non ritenere doveroso rafforzare le condizioni che ne consentano la prosecuzione senza l’esposizione a pericolo per gli operatori”.
L’Anm, oltre a dimenticare le leggi, dimentica anche il fatto che da febbraio 2020 i più esposti al virus sono i lavoratori dei supermercati e della logistica, che a differenza delle toghe hanno mostrato maggiore responsabilità nel non sottoporre a ricatti l’esecutivo con minacce di sciopero.
Il ministro della Giustizia Marta Cartabia aveva ricordato ai vertici dell’Anm che, seppur la giustizia rappresenti un servizio essenziale per il Paese, vanno rispettati i criteri di uguaglianza presenti nel piano vaccinale. E, quindi, bisogna procedere per categorie ma per classi di età.
Un messaggio che l’Anm pare non aver recepito.
Il sindacato, infatti, minaccia di scioperare se non vi sarà un vaccino per i magistrati. Ma aperture nei confronti delle toghe sono arrivate dal sottosegretario alla Giustizia, il forzista Francesco Paolo Sisto: “La preoccupazione espressa da magistrati, avvocati e personale rispetto ai rischi di contagio negli uffici giudiziari è comprensibile e legittima” spiega, e “la situazione di chi lavora nel settore giudiziario merita un urgente e utile approfondimento“.