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La vittoria di Trump spiegata in cinque semplici passaggi

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La vittoria elettorale di Donald Trump ha dimostrato – pare – che il 2016 è stato l’anno in cui tutto quello che il politically correct ha detto è stato sbagliato.

Alla luce dei fatti, e non della chiacchiere dei sondaggisti e degli opinionisti pagati per raccontare verità soggettive, Trump ha vinto per cinque motivi precisi che elenchiamo.

1) Non è un professionista della politica

Intanto i sondaggi erano sbagliati. I modelli di proiezione erano sbagliati. E, ovviamente, anche la Clinton era al posto sbagliato nel momento sbagliato. Hillary era, diciamocelo, una vecchia della politica. Ora a questi professori non è resta che tornare sui banchi e rimettersi a studiare per comprendere i motivi della sconfitta.

2) Trump ha una coalizione 

Il sostegno enorme a Trump è arrivato dai bianchi, dagli elettori della classe operaia, quelli della cosiddetta “Blue Wall” della Pennsylvania, del Michigan e del Wisconsin.
I Democratici, invece, hanno vinto nelle aree urbane anche se la Clinton ha perso voti rispetto a Barack Obama. Tra l’altro, nelle regioni rurali, gli elettori hanno spesso sormontato quelli della Clinton di circa 40 punti percentuali.
 

3) Clinton non aveva una coalizione

Seppur la Clinton avesse il supporto dei nuovi elettori Latino e il supporto da parte delle donne con istruzione universitaria, i voti non erano per nulla paragonabili alla forza degli elettori bianchi di Trump.
Clinton  non è stata votata da quella massa che, invece, aveva votato Obama. Dal punto di vista politico, il partito democratico si è spostata verso sinistra al punto da creare una fuga dei democratici conservatori.  

4) Strumenti limitati

La campagna elettorale messa su dalla Clinton è stata impressionante. Trump ha avuto un’organizzazione interamente dipendente dalle Comitato Nazionale Repubblicano. Ma la macchina da guerra della Clinton non è stata sufficiente a incidere sulle aree problematiche della Rust Belt. 

5) Nessun danno dopo-voto

I repubblicani avevano inizialmente creduto che Trump sarebbe stato un peso per le speranze del partito: ma non era affatto così. Anzi.
Il punto è che, alla luce dei fatti, non ci sono stati molti elettori Split-ticket – una realtà che avrebbe terrorizzato senatori repubblicani prima delle elezioni, ma che si è rivelato a vantaggio del partito.
 
“I Democratici credevano di avere il biglietto d’oro quando Donald Trump ha guadagnato ufficialmente la candidatura” ha detto Ward Baker, il direttore esecutivo della Republican National Committee senatoriale. “Hanno lavorato per nazionalizzare ogni gara – e quando il fondo è caduto fuori della candidatura di Clinton, non avevano alcun messaggio, nessuna strategia, e nessuna possibilità di ruotare di questioni locali.”
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