I 5 stelle, ormai, ammettono, seppur indirettamente, che sulle principali battaglie storiche, anime del Movimento, hanno poggiato le armi. E così, anche sul Tav i grillini calano le brache, traditi proprio dal loro premier.
“Alla luce degli investimenticomunitari, non realizzare il Tav costerebbe più che completarlo. E soltanto il Parlamento può recedere unilateralmente dal contratto. Questa è la posizione governo, difendiamo interessi nazionali”. La svolta sul Tav arriva in diretta Facebook dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che annuncia il via libera del governo sulla costruzione della Torino-Lione. Una decisione, quella di Conte, arrivata dopo che l’Europa ha aumentato gli stanziamenti per l’opera.
A pensarla in maniera diversa, però, è Beppe Grillo che, senza mezzi termini, ammette: “Mi hanno tradito”. Un doppio tradimento a dir la verità. Poche ore prima l’ideatore del Movimento 5 stelle aveva ricevuto un’altra mazzata sulla regola del doppio mandato, costringendolo a cantare sulle note di Julio Iglesias “il mandato ora è in corso è il primo di un lungo viaggio/ ma di andarmene a casa non ho proprio il coraggio…”.
Eppure Grillo con le sue battaglie ha portato al governo quei “ragazzi fantastici” che non sono stati in grado di mantenere alti quei valori del Movimento. Come quello del Tav, appunto, per cui lui ha rischiato il carcere. Proprio lui nel dicembre 2010, partecipando al presidio degli attivisti, violò i sigilli del cantiere sette anni e sei mesi da quel fatto la Corte d’appello di Torino ha dichiarato la prescrizione del reato contestatogli. In primo grado, però, Grillo era stato condannato a quattro mesi di reclusione senza condizionale. Non ci sono i “presupposti per una pronuncia assolutoria nel merito”, scrissero i giudici nella sentenza.
E ora quei “ragazzi fantastici” lo hanno tradito. Per due volte.