Aumentare le tasse. Questo pare lo slogan del governo. La Cgil vuole il prelievo forzoso sui conti, Calenda colpire le aziende energetiche, dem e 5S si buttano sugli immobili con il catasto e la cedolare secca
L’offensiva dei giallorossi (Pd, M5s e LeU) sulle tasse si fa sempre più determinata. Nei toni e nei contenuti. La stangata fiscale è dietro l’angolo. La sensazione è che il gettito fiscale richiesto agli italiani sarebbe già aumentato se non ci fosse stata la pandemia di mezzo.
Patrimoniale
I sindacati vorrebbero intervenire in via diretta sui conti correnti. Nessuno si stupirebbe se le sigle sindacali, che stanno invocando la necessità di un “prelievo di solidarietà”, trovassero qualche sponda dalle parti del Nazareno o tra le fila dei grillini. Come se non bastasse, è spuntata anche la cosiddetta Next Generation Tax, una proposta di legge d’iniziativa popolare promossa da Sinistra italiana. Si tratta di un provvedimento tutto tagliato sul colpire le “grandi” ricchezze. Nicola Fratoianni tira dritto e non sente ragione: è convinto che senza patrimoniale non possa essere risolta “la crisi sociale”. Dunque, è giusta la stangata fiscale.
Tassazione extraprofitti
Carlo Calenda, che cerca una collocazione centrista, ha presentato un emendamento per tassare gli extraprofitti al 50%. Manca, però, lamentano da Fi, la definizione della derivazione di quegli extraprofitti. Il rischio è altrimenti quello di un attacco generalizzato alle tasche degli italiani, con effetti concreti e percepibili nel breve e nel lungo termine.
A preoccupare Forza Italia e Lega sono alcuni passaggi della riforma del catasto, l’aumento della tassazione sulla cedolare secca per i canoni concordati e l’aumento della tassazione sui titoli di Stato.
Il professor Nicola Rossi, ordinario di Economia politica a Tor Vergata ed ex presidente dell’Istituto Bruno Leoni, spiega al Giornale: “L’idea della fiducia sulla delega fiscale mi sembra difficile da sostenere e non solo perché si tratta di una legge delega. Per quanto sostenuto da una ampia maggioranza parlamentare, il governo in carica non agisce sulla base di un esplicito mandato elettorale. E sulle tasse, ormai da qualche secolo, si vota”. “Penso che le norme sul catasto non dovrebbero trovare posto nella delega – fa presente il professore – Non perché il catasto non abbia bisogno di essere rivisto ma perché era inevitabile che si pensasse ad una modalità surrettizia per aumentare il prelievo sugli immobili”.