I cittadini cercano di riappropriarsi delle loro libertà esasperati, ormai, dalla lunga fase restrittiva imposta dal Governo per la pandemia da Covid. Piccoli focolai di protesta si stanno diffondendo in tutta Italia con manifestazioni e gesti simbolici. Parallelamente, avvocati e associazioni stanno preparando una notevole “potenza di fuoco” a suon di carte bollate contro l’esecutivo di Giuseppe Conte.
Nel filmato di RadioSavana si vedono i cortei molto composti e si legge: “Avviso di sfratto in corso. Proteste in tutta Italia contro Conte: Milano piazzale Giulo Cesare, Torino piazza Santa Rita, Roma Porta San Paolo. Proteste in corso ovunque: la mascherina non è un bavaglio, l’Italia deve tornare al Popolo”.
Avviso di sfratto in corso. Proteste in tutta Italia contro #Conte: #Milano piazzale Giulo Cesare, #Torino piazza Santa Rita, #Roma Porta San Paolo. Proteste in corso ovunque: la mascherina NON è un bavaglio, l’Italia 🇮🇹 DEVE tornare al Popolo! #RadioSavana #CoronaVirus #Covid19 pic.twitter.com/UQRnK0hyhG
— RadioSavana (@RadioSavana) May 9, 2020
Già a marzo, come abbiamo raccontato, il Governo e i Servizi erano in allarme rispetto a possibili disordini. Oggi, oltre alle proteste di piazza, sono partite anche i documenti legali. “Quando tutto sarà finito, chi ha sbagliato e girato la testa dall’altra parte dovrà pagare. Denunceremo e chiederemo giustizia. In memoria di mio padre e di tutti quelli che, insieme a lui, sono morti (e moriranno)”. Così parlava Luca Fusco, amministratore del gruppo “Noi denunceremo”, appena un mese fa. Fusco ha dato voce a una protesta che conta otre 35mila iscritti. “Questo gruppo nasce per un bisogno di giustizia e di verità per dare pace ai nostri morti che non hanno potuto avere nemmeno una degna sepoltura a seguito della pandemia di Coronavirus – Covid19. Quando tutto sarà finito, chi ha sbagliato e girato la testa dall’altra parte dovrà pagare.”
Ci sono in ballo le libertà calpestate e diritti costituzionali ignorati
A Torino due avvocati civilisti hanno depositato una querela contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Alberto Cirio, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi. I reati che si ipotizzano vanno dall’attentato contro la costituzione dello Stato all’abuso d’ufficio, dal sequestro di persona aggravato alla violenza privata, dall’epidemia colposa all’omicidio colposo plurimo.
Le accuse
Sotto la lente legale sono finite le procedure di diritto, le scelte d’emergenza imposte con atti amministrativi “mediante la coercizione con l’ausilio delle forze dell’ordine”. Oltre a questo nel mirino dei legali ci sono le strategie per aggredire la diffusione del virus e soprattutto le carenze di dispositivi di protezione per gli operatori sanitari. “Innanzitutto – spiega Maurizio Giordano a La Stampa – si è verificata un’alterazione dell’assetto costituzionale che non può essere giustificata neppure da una situazione di emergenza”. Riguardo alle vite da salvare aggiunge: “il diritto di salute garantito dalla Costituzione è infatti il diritto ‘individuale’ di ricevere o rifiutare cure dal sistema sanitario, mentre la salute pubblica è un mero interesse collettivo. Nessuna parte della Costituzione consente di interpretare il diritto alla salute come diritto prevalentemente su tutti gli altri, e in ogni caso tale scelta andrebbe fatta previo bilanciamento dei diritti in gioco”.
La querela
“A causa di queste disposizioni incostituzionali, inutili se non addirittura controproducenti a perseguire il risultato del contenimento della diffusione del virus, hanno causato enormi danni: al tessuto economico e sociale del Paese e alla vita dei singoli cittadini”. Inoltre, le strategie sanitarie “sono state adottate senza una approfondita valutazione epidemiologica. Infatti oltre la metà dei decessi sono avvenuti nelle case di riposo, gli altri in ospedale e in ambiente domestico. I contagi sono stati invece favoriti dall’assenza di un’azione tempestiva, efficace, organizzata e coordinata di sanità pubblica”.
Cittadini in questura per querelare Conte
Molti cittadini si sono presentati nei giorni scorsi nelle caserme dei carabinieri e in questura per querelare il presidente Conte. Denunce, queste, ancorate per lo più al modulo fotocopia proposto dall’avvocato Edoardo Polacco, uno dei primi che ha invitato gli italiani alla rivoluzione giudiziaria.