Al centro dell’agenda politica c’è il lodo Conte-bis che potrebbe diventare legge. Secondo il testo gli assolti in appello che dovranno recuperare il periodo di prescrizione bloccato dopo il verdetto di condanna in primo grado, saranno circa 12-14mila.
I dati si riferiscono agli anni 2017 e 2018, periodo in cui la Corte d’appello ha ribaltato con un’assoluzione il verdetto emesso dal tribunale per tutti gli imputati. L’intesa modifica la normativa attuale in base alla quale, dal primo gennaio scorso, la prescrizione si blocca dopo la sentenza di primo grado, senza differenze fra condannato e assolti.
Lodo Conte-bis
La revisione dello stop dopo il primo grado di giudizio è al centro della battaglia politica che sta rischiando di far saltare la maggioranza. E, infatti, vanno avanti le trattative per superarla tanto che è stato proposto il lodo Conte-bis.
Come spiega Il Sole 24 Ore, secondo l’intesa, la prescrizione si bloccherà solo per i condannati, mentre per gli assolti continuerà a decorrere. Se, però, il giudizio di appello riformerà il verdetto del tribunale e trasformerà la condanna in un’assoluzione, un sistema di ricalcolo restituirà all’imputato i tempi di prescrizione perduti.
La nuova prescrizione
Dunque, nel processo di primo grado resta la prescrizione. Il blocco della prescrizione scattato il 1° gennaio scorso non ha investito il primo grado di giudizio: nelle procure e nei tribunali, quindi, il decorso del tempo continua a essere una causa di estinzione del reato.
“In particolare – spiega Il Sole 24 Ore – continuano (e continueranno) a essere applicate le regole stabilite dalla legge “ex Cirielli”, varata durante il terzo Governo Berlusconi, per cui il reato si prescrive se decorre il tempo che corrisponde alla pena massima prevista dal Codice e comunque almeno sei anni per i delitti e quattro per le contravvenzioni.”
I reati che sono andati in fumo prima di arrivare alla sentenza di primo grado, secondo i dati elaborati dal ministero della Giustizia, nel 2018 sono stati 45.200, il 15% delle 303.283 pronunce.
Diverso trattamento per assolti e condannati
Con la riforma Bonafede in vigore dal 1° gennaio viene bloccata la prescrizione dopo la sentenza di primo grado: ciò vuol dire che, in caso di impugnazione, i procedimenti restano in piedi fino a che non si arriva alle sentenze d’appello o di Cassazione.
Con il lodo Conte-bis, la prescrizione continuerebbe invece a scorrere solo nei casi di assoluzione: in base ai dati 2018, si tratterebbe di circa 63mila processi, il 21% del totale delle sentenze di primo grado.
Nei casi di condanna, invece, la prescrizione resterebbe sospesa. Sarebbe l’ipotesi più ricorrente: nel 2018 le sentenze di condanna sono state quasi 160mila, il 53% del totale delle pronunce.
Conferma della condanna in appello
Con il lodo Conte-bis, lo stop definitivo alla prescrizione scatterà con la conferma in appello della condanna emessa dal giudice di primo grado. A questo punto la prescrizione non solo smetterà di decorrere ma non potrà più in alcun modo essere recuperata.
Gli assolti in secondo grado
La situazione più complicata è quella dei condannati in primo grado e dichiarati innocenti in appello. In questo caso infatti, gli assolti si vedranno restituire il periodo di prescrizione che avrebbero maturato se non fosse scattato lo stop dopo la prima condanna.