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La massomafia fa propaganda comprando tv e giornali. Il buco nero in cui orbitano magistrati e politici

La massomafia fa propaganda comprando di tv e giornali. Il buco nero in cui orbitano magistrati e politici

La massomafia compra spazi sulla stampa per orientare il pensiero dei cittadini. Un patto tra mafia e pezzi delle istituzioni

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Esiste, dunque, una massomafia di cui fanno parte pezzi importanti delle istituzioni. Non solo. Intorno al nucleo centrale di questo buco nero potentissimo orbitano tanti personaggi e molte divise.

Qualcuno che di queste cose ne sa dice che ci sono 400 magistrati corrotti dalle parti calabre e a Cosenza esiste una masso’ndrangheta di serie A. La corruzione, insomma, è a tutti i livelli. A dirlo non è proprio l’ultimo arrivato ma bensì Nicola Gratteri. E come se non bastasse è tutto scritto lì, nelle migliaia di intercettazioni in cui è coinvolta mezza Calabria. Magistrati, mafiosi, poliziotti, carabinieri, finanzieri, imprenditori, politici e professionisti di ogni ordine e grado tutti insieme appassionatamente.  

A quanto pare Gratteri fa anche buon viso a cattivo gioco. Scrive Iacchite: “così ha fatto con i giudici Luberto, Petrini, Facciolla. Davanti li elogiava, e sottobanco inviava atti di indagine a Salerno sulle loro malefatte. Anche se all’appello mancano ancora diversi soggetti operanti nella magistratura: Spagnuolo e Tridico su tutti. Così come mancano all’appello diverso politici: Magorno, Occhiuto e Manna in modo particolare.”

Gratteri si è comportato allo stesso modo anche con la stampa pur conoscendo la commistione tra alcuni editori e ‘ndrangheta.

In una delle sue tante esternazioni Gratteri disse: “la massomafia in Calabria compra pezzi di tv e giornali, che usa per manipolare la gente”. Gratteri -con molta probabilità- fa riferimento, con carte alla mano dell’inchiesta Rinascita all’imprenditore Maduli, editore del portale LaCnews24, che la Dda di Catanzaro ritiene “vicino” al clan Mancuso. 

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L’allarme Gratteri lo aveva già lanciato nel 2018 quando parlò di organizzazioni criminali” che “potrebbero puntare sull’informazione per aumentare il loro dominio”. Ilprocuratore Capo di Catanzaro, quella volta, accese il faro da Campobasso: “Per molto tempo il fenomeno è stato sottovalutato, tant’è la Ndrangheta nel Centro e Nord Italia è molto presente. Si è radicata in Piemonte e Lombardia dagli anni 50. Da oltre 40 anni è presente in Emilia Romagna, e abbiamo visto con quale forza e pervasività. Ma le mafie diventeranno molto più pericolose nel momento in cui cominceranno, o hanno già cominciato a comprare, pezzi di televisioni o di giornali. Ad esempio, per capire la potenza della Ndrangheta e di quali ricchezze dispone, basti pensare che detiene l’80% del mercato europeo della droga. E’ l’unica organizzazione criminale al mondo che compra la cocaina direttamente dai produttori colombiani a 1000 euro al chilo, mentre altre mafie la pagano 1800 euro”.

Gratteri contestualmente invitò il governo ad adottare provvedimenti adeguati per combattere la criminalità organizzata che al Sud fa perdere diversi punti di prodotto interno lordo.   

Si tratta di capire in quanti in Italia -magari facendo nomi e cognomi- introitano denari per far parlare chiunque.

di Antonio Del Furbo

antonio.delfurbo@zonedombratv.it

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