La vicenda legata all’investimento della Lega di un presunto bond di 300mila euro di ArcelorMittal, il governo Pd-5stelle, cerca di uscire dall’imbarazzo (anche politico) del caso Ilva.
“La Lega ha investito 300.000 euro in bond di ArcelorMittal” ha detto il viceministro pentastellato all’Economia Stefano Buffagni, durante la discussione sul caso Ilva. “Spero che a questo punto pensino ai lavoratori e non ai soldi che hanno investito”. L’uscita del viceministro, però, suona come un attacco politico verso l’ex alleato. Se l’intenzione, forse nascosta, era anche quella di distogliere un po’ l’attenzione dall’imbarazzo che il governo sta vivendo sull’Ilva, diciamo che l’operazione è riuscita a metà.
L’investimento di 5,7 milioni
La vicenda, raccontata da Giovanni Tizian e Stefano Vergine ne “Il libro nero della Lega”, oltre ad aver svelato la storia del Metropol-Savoini, parla anche di come la Lega avesse investito oltre 5,7 milioni di euro in bond. Insomma, secondo i documenti i 300.000 euro la Lega li avrebbe investiti in bond di ArcelorMittal, il colosso franco-indiano proprietario dell’Ilva e che ora vuole recedere dal contratto se non gli sarà concesso lo scudo penale e la possibilità di rivedere il piano industriale con tanto di 5.000 esuberi tra i lavoratori.
Salvini: “Non so nulla”
“Chieda all’amministratore, io non mi occupo di Borsa, mi occupo di politica”. Questa la risposta di Matteo Salvini a chi gli ha chiesto lumi sulla vicenda. Nessun riferimento, tra l’altro, alla legge del 2012 che vieta ai partiti di investire in strumenti finanziari. “Non querelo mai, ma oggi ho deciso di querelare Cinquestelle, Repubblica, Il Fatto Quotidiano: dicono che abbiamo investito centinaia di migliaia di euro in bond di Arcelor Mittal, roba assolutamente fantasiosa. La battaglia per l’Ilva noi la facciamo non perché abbiamo i bond ma perché l’Italia ha bisogno dell’industria dell’acciaio”. Così Matteo Salvini durante una conferenza stampa a Firenze. “Noi – ha aggiunto Salvini – facciamo una battaglia in difesa di un’azienda fondamentale per l’industria italiana. Facciamo una battaglia per un’Italia competitiva, non perché abbiamo azioni o bond di qualcuno. Quindi da Di Maio in giù, da Repubblica in giù, dal Fatto in giù quereliamo tutti quelli che dicono il falso su di noi”.
Ilva, ArcelorMittal e politica
Con la decisione di recedere dal contratto sottoscritto soltanto un anno fa, ArcelorMittal vuole uscire fuori dalla gestione dell’Ilva fornendo come motivazione la revoca dello scudo penale e la decisione del Tribunale di Taranto di chiudere l’altoforno 2, che di fatto renderebbe impossibile rispettare il contratto di produzione. L’altra verità potrebbe essere un’altra: complice anche la crisi mondiale nel settore dell’acciaio, ArcelorMittal in un anno avrebbe già perso con l’Ilva 1 miliardo e per andare avanti vorrebbe diminuire la produzione con relativi 5.000 esuberi tra i lavoratori. Fatto che ha provocato una dura polemica anche della Lega che ha attaccato il governo in quanto colpevole di aver creato i presupposti, con la revoca dello scudo penale, per una fuga del colosso franco-indiano.
Il presunto bond da 300.000 euro di ArcelorMittal
Stando ai documenti la Lega avrebbe investito, come si può vedere dal documento che riportiamo, oltre 5,7 milioni in obbligazioni.
lega-bond-arcelor-761ebPer quanto riguarda ArcelorMittal il Carroccio avrebbe investito in totale 300.000 euro.“Ho 10.000 euro in azioni e non ne ho di ArcelorMittal” ha puntualizzato Salvini.
L’uomo chiave
L’uomo che potrebbe fugare ogni dubbio sarebbe Giuliano Centemero, il tesoriere della Lega al centro di alcune indagini sui presunti finanziamenti illeciti ricevuti dalla onlus PiùVoci, legata al Carroccio, da parte del costruttore Luca Parnasi e di Bernardo Caprotti creatore di Esselunga venuto a mancare nel 2016. Un chiarimento utile soprattutto perché una legge vieta ai partiti politici d’investire in bond. L’allora Lega Nord (nel 2014) aveva in corso investimenti illeciti. È doveroso rilevare che gli stessi non riguardano l’importo intero (5,7 milioni) ma 1,55 milioni nominali. E, soprattutto, i 300mila euro della ArcelorMittal sono scaduti nel 2017. Dunque, ad oggi, non esisterebbe nessun conflitto d’interesse.