Il penalista Pierpaolo Berardi si imbatte in un fascicolo sparito: il 1101. Una storia in cui ci sono silenzi, ricorsi e sgambetti. Una guerra condotta all’interno del potere (vero) italiano: quello della magistratura. Una storia di un concorso truccato in cui appare la famiglia Filocamo.
Siamo al 1992. Berardi viene bocciato, ma chiede di vedere i suoi elaborati. “Qui inizia una guerriglia: dinieghi, rinvii, rifiuti, controricorsi, silenzi”. C’è reticenza. Il motivo è presto detto: la valutazione di ogni elaborato dura in media tre minuti ciascuno; inclusi i tempi morti per la discussione che deve essere collegiale. Si va di fretta perché gli idonei sono già noti. Non solo, ma come scrive La Stampa, gli elaborati sono pieni di errori. Si arriva, infine, al fascicolo 1101. “Uno dei promossi con voto più alto”. Il suo fascicolo è scomparso.
Un elaborato che ha “diciassette nella prova di diritto civile, diciotto in quella di penale, sedici in diritto amministrativo”. L’ultimo ad aver visto quel fascicolo è proprio uno dei segretari di quel concorso. Il promosso costretto a rendere conto parla di una richiesta per diventare collaboratore giudiziario per la FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio). La Stampa tira fuori una serie di altri tratteggi: un appunto per il “signor capo di Gabinetto del ministero” e poi scrive che il promosso, ora magistrato, non era l’unico in famiglia e nel concorso: madre, zii, cugini.
Articoli che hanno smosso il Csm e quindi non potrebbero non smuovere anche gli ambienti calabresi.
Arriva un’interrogazione a risposta scritta 4/33846 presentata da Nicola Vendola in data 2001/02/06. Oltre agli indizi del giornale, viene riportato che “la suddescritta terna di voti era stata conseguita, in tutto il concorso, unicamente da un candidato”; “l’Ispettore del Ministero, dottor Mauro, durante l’interrogatorio (…) chiede di conoscere quali erano state le motivazioni che giustificassero la movimentazione del suo fascicolo. Lo stesso racconta che il tutto era nato da una sua richiesta di diventare collaboratore dell’Ufficio indagini della F.I.G.C. (Federazione Italiana Gioco Calcio)”. La verifica incrociata restituisce un solo nome: Francesco Filocamo. L’oggetto dell’interrogazione di Vendola. Origini calabresi.
Un cognome che -come riporta Iacchite’– è in comune a una vasta schiera di magistrati imparentati. “La moglie del dottor Felice Filocamo e madre del dottor Francesco Filocamo, è essa stessa magistrato; il figlio del dottor Felice Filocamo, dottor Fulvio Filocamo, è esso stesso magistrato; il nipote del dottor Felice Filocamo, é il dottor Gerardo Dominijanni, anch’esso magistrato. La Stampa si chiede: una volta appurata l’irregolarità di quel concorso, cosa succederà? Le sentenze dei magistrati di quel concorso saranno nulle e le ‘vittime’ di questi magistrati, vanno risarcite? Ma dopotutto, anche qualora il radar della legge non segnali nulla, quello della giustizia insorge, soprattutto alla luce di quanto il cognome Filocamo rappresenta.”
La famiglia Filocamo è la rappresentazione del Potere in Italia.
Lo Stato è sempre più un potere, un calamaro da mille tentacoli. In un’altra interrogazione, questa volta regionale del 2000, viene messo in luce che tra i componenti tecnici dell’Agenda 2000 viene nominato Felice Maria Filocamo e ci si chiede se sia il fratello dell’assessore alla sanità di allora che è appunto un Filocamo, perché in tal caso ci sarebbe un’evidente anomalia. Non solo politica, ma anche economia. Gomez e Barbacetto ricostruiscono i rapporti tra parenti e società e in particolare Giovanni Filocamo (ex direttore dell’Asl di Locri ed ex assessore alla sanità) ha un fratello, Felice (a riscontro di quanto si dice nell’interrogazione) che è presidente della Sorical.
Magistrati indagati
Quasi tutti i componenti, oltre ad aver in comune una toga, hanno in comune l’essere indagati. C’è un ma: nessuno di questi procedimenti giunge a condanna. “Felice Maria Filocamo -racconta ancora Iacchite’– figura anche tra gli appartenenti al C3 International, una sorta di lobby nata per portare avanti e unire i calabresi nel mondo. E infatti troviamo all’interno quasi tutti i calabresi che contano e non solo. Stampa, magistrature, grandi aziende, politica. Non manca nessuno, un organigramma delle varie articolazioni del potere. Quella della C3 è un’iniziativa lodevole se non fosse sporcata dal fatto che molti degli appartenenti sono stati indagati o sospettati di appartenere a logge massoniche non esattamente regolari”.