Procede spedita la campagna mediatica sulla vita privata del governatore abruzzese. Chiodi intanto si prepara per il 4 febbraio, data in cui risponderà alle domande dei pm
Procede spedita la campagna mediatica sulla vita privata del governatore abruzzese. Chiodi intanto si prepara per il 4 febbraio, data in cui risponderà alle domande dei pm del tribunale di Pescara.
“Sto preparando e affilando le armi per il 4 e la successiva conferenza stampa” ci ha detto il presidente della Regione. Chiodi è convinto che i fatti personali privati non hanno avuto influenza su quelli pubblici. E la sua gente è con lui. In tanti chiedono giustizia per una intollerabile gogna mediatica che spinge l’Abruzzo su un terreno delicato: quello privato. “Dove sono i reati?” si chiedono gli elettori del presidente. “Possibile che si debba spiattellare in pubblico questioni private di un presidente di Regione che, prima di essere un pubblico ufficiale è un uomo?” si legge tra le varie pagine Facebook.
LA DONNA:”NON MI DIMETTO”
Intanto, la donna che ha passato la notte con il governatore, in un’intervista al ‘Fatto’ chiarisce:”Nessuna ombra: né per la mia nomina, né per il lavoro svolto, perché non ho avuto facilitazioni personali e non sono stati facilitati i miei progetti. Ho sempre agito in piena autonomia, come il mio ruolo richiede, prendendo anche decisioni scomode per la giunta, provando a recuperare il ritardo, in Abruzzo, rispetto agli obiettivi che ci pone la comunità europea in temi di pari opportunità”.
Poi passa al contrattacco e si dice meravigliata del fatto:”che la Commissione chieda soltanto le mie dimissioni. Come mai non chiedono anche quelle del governatore? Sono coinvolta, e a questo punto vittima, in una situazione che, per quanto riguarda me, non comporta alcuna responsabilità penale. Vorrei ricordare che l’adulterio non è più considerato reato e per le considerazioni morali rispondo solo alla mia coscienza e alla mia famiglia”. Lei annuncia di non dimettersi in quanto:”La selezione è avvenuta pubblicamente vagliando i titoli e i curricula delle candidate” e nessuna delle mie concorrenti poteva vantare, tra i titoli, un insegnamento universitario nella disciplina delle pari opportunità. Che avessi più titoli è un fatto dimostrato e dimostrabile. E nessuna ha presentato ricorso”. Marinelli ha chiarito che attualmente percepisce un’indennità di 180 euro lordi al mese:”di certo non mi arricchisco”.
ZdO