Niente più business sull’immigrazione per la Eriches 29 che guadagnava più “del traffico di droga”.
“Noi quest’anno abbiamo chiuso con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi, gli utili li abbiamo fatti sui zingari, sull’emergenza alloggiativa e sugli immigrati, tutti gli altri settori finiscono a zero”. Così parlava Salvatore Buzzi a un’amica e collaboratrice, Pierina Chiaravalle in un’intercettazione dell’inchiesta di Mafia Capitale.
Tempo ne è passato da quei giorni perché oggi il consorzio Eriches 29 è arrivato al capolinea proprio per effetto del decreto sicurezza trasfomrato in legge. Il 16 novembre, infatti, la Eriches 29 ha depositato alla Camera di commercio di Roma il verbale di messa in liquidazione della cooperativa. Come riferisce Il Tempo, con le regole cambiate nella gestione dei migranti e dei profughi, finisce l’età dell’oro.
Dopo il sequestro della coop e dei beni di Buzzi avvenuti all’indomani del suo arresto, la Eriches 29 finì in amministrazione giudiziaria fino ai primi mesi del 2018. Quindi, le quote furono dissequestrate e ricostruita una gestione ordinaria con un normale Cda. In data 31 maggio Eriches 29 gestiva il Centro di accoglienza di Borgo Sabotino in provincia di Latina, oltre ai quattro Sprar di Roma e al centro di accoglienza CM Melilli di Siracusa. Oltre ai ritardi nei pagamenti delle Prefetture e l’entrata in vigore dello split payment, si è aggiunta la nuova linea politica del governo che ha completamente affossato la cooperativa.
Resta in piedi, invece, l’altra coop di Buzzi, la 29 giugno. Cooperativa che impiegava detenuti e che contava 309 soci al momento dell’arresto di Massimo Carminati. La Coop oggi fattura 20 milioni di euro grazie alle commesse di Ama Roma per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Rilevante anche il numero di appalti provenienti dalla manutenzione del verde della capitale.