La Suprema Corte respinge, quindi, la richiesta di dissequestro dei materiali utilizzati per le infusioni presso gli Spedali Civili di Brescia.
La richiesta era stata avanzata dal padre del metodo, Davide Vannoni, e dai familiari, non tutti, dei malati. I giudici lo hanno definito un metodo “Non scientifico e pericoloso” confermando il sequestro delle infusioni.
Al metodo Stamina “non può annettersi alcuna validità scientifica” e sono emersi “una serie di rischi” collegati alla “attività di estrazione e re-inoculazione delle cellule staminali poste in essere fuori dalle dovute precauzioni e al di fuori delle procedure richieste dalla legge”.
Le motivazioni di oggi fanno riferimento alla sentenza del 21 aprile. Sono stati respinti, inoltre, altri tredici ricorsi di familiari di malati sottoposti a infusioni. “L’unico protocollo presentato da Stamina Foundation non è supportato da dati scientifici; è privo di riferimenti a procedure scientifiche validate o a pubblicazioni scientifiche e in esso le metodiche non sono dettagliate. In tutta la documentazione prodotta da Vannoni la preparazione e la caratterizzazione delle proprietà delle cellule staminali” non è stata “definita né documentata adeguatamente” scrivono i giudici. Dunque si ravviserebbero i reati di pericolo presunto riferiti agli articoli 443 e 445 del codice penale.