Ci sono miliardi di euro fermi con interi settori economici appesi all’emanazione di decreti attuativi da parte dei ministeri. Si tratta di 506 mancati provvedimenti. Ecco la cassaforte di Giuseppe Conte.
La legge di Bilancio 2021, approvata a fine anno, c’è ma ancora non si vede.
Partiamo dai bonus. Ci sono gli incentivi auto e il famigerato bonus rubinetti. Misure per cui sono stati previsti 40 milioni di euro in totale. Quindi il bonus occhiali che introdurrebbe uno sconto di 50 euro per chi li acquista: lo stanziamento è di 5 milioni all’anno, fino al 2023. Soldi che esistono solo sulla carta. Teorico è anche il miliardo di euro per “l’esonero contributivo di lavoratori autonomi e dai professionisti”, colpiti dalla crisi innescata dal Covid-19. Altri 250 milioni sono stanziati in Bilancio per consentire “la riconversione e riqualificazione produttiva delle aree in crisi industriale complessa”. Altri 60 milioni, da spalmare su tre anni, sono destinati alle imprese “creative”. Ma in attesa di decreto.
La legge di Bilancio, l’ultima varata dal governo Conte 2, richiede l’adozione di un totale di 150 provvedimenti attuativi.
Si tratta di provvedimenti che i vari ministeri di competenza devono predisporre per rendere esecutive le leggi. Una sorta di “secondo tempo” dell’attività legislativa senza la quale le leggi esistono solo su carta e non nei fatti. Come riporta Il Giornale “il problema, però, è che dei 150 provvedimenti solo uno è stato attuato: ne mancano all’appello 149“. “Senza i decreti attuativi le misure restano un obiettivo, ma non trovato una concreta applicazione attuato”, dice Giovanni Guzzetta professore di diritto costituzionale nell’Università di Roma Tor Vergata. “Se – aggiunge Guzzetta – la disposizione prevede l’identificazione dei criteri e delle modalità di attuazione, significa che quegli stanziamenti non sono ancora operativi”.
Le conseguenze economiche.
“Si produce un effetto-boomerang dei bonus non attuati. In questo modo c’è la depressione di un intero settore, perché si attendono gli incentivi. Ma, finché non ci sono, si ferma tutto. In pratica si punta a stimolare un settore economico, ma di fatto lo si danneggia per il ritardo dei decreti“. Lo abbiamo già visto con il famoso bonus ristrutturazioni del 110%”, dice Alberto Gusmeroli, vicepresidente della commissione Finanze alla Camera.
In ballo non ci sono solo i bonus.
Tra le altre cose promesse da Giuseppe Conte, si attende un provvedimento prioritario nel contrasto alla pandemia: il ministero della Salute deve adottare un decreto attuativo per definire il “piano strategico vaccini Covid finalizzato a garantire il massimo livello di copertura vaccinale sul territorio nazionale”. Sempre in materia di salute, latita ancora il decreto per individuare “ulteriori risorse per integrare il contributo ordinario statale all’Istituto Superiore di Sanità”. Nel testo della Legge di Bilancio figurano 45 milioni in più da destinare all’istituto guidato oggi da Silvio Brusaferro. In materia di pandemia, ci sarebbero 200 milioni di euro del “fondo destinato all’erogazione di servizi aggiuntivi di trasporto pubblico, destinato anche a studenti, per l’attuazione delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19”.
Il Piano nazionale
Dunque, non è mai stato definito un “Piano nazionale di interventi di efficientamento energetico degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico”. Nel caso sarebbero stati stanziati 40 milioni nel 2020 e 20 gli anni successivi. Se si fossero introdotte, in via sperimentale, le “modalità di espressione del voto in via digitale per le elezioni politiche, europee e per i referendum” sarebbe stato un buon traguardo per il Movimento cinque stelle. Su carta, ancora, la “ripartizione delle risorse destinate per l’anno 2020 a investimenti in conto capitale non inferiori a euro 400.000 per la infrastrutturazione di sedi e laboratori coerenti con i processi di innovazione tecnologica 4.0”, le “modalità attuative per acquisire il contributo previsto per il sostegno all’acquisto di sostituti del latte materno”.
Paura per il futuro
Se dovesse esserci un ritorno di Giuseppe Conte potrebbero essere replicati gli stessi errori che potrebbe portare a perdere i soldi del Recovery fund. Per la legge di Bilancio, comunque, manca ancora il decreto per stabilire lo stanziamento di 145 milioni di euro previsti nel triennio 2021-2023 per le Olimpiadi invernali del 2026. Il mondo del lavoro attende di sapere come saranno investiti i 180 milioni di euro per il “fondo sociale per l’occupazione e la formazione” e “per il completamento dei piani di recupero occupazionale”.
I Comuni attendono 12 milioni di euro per la “ripartizione del fondo per il ristoro ai Comuni delle minori entrate derivate dal parziale esonero del pagamento dell’Imu e della tassa sui rifiuti sugli immobili non locati di proprietà di soggetti non residenti in Italia”. E anche i 100 milioni per la “modalità di riparto del fondo istituito per risanare i comuni con deficit strutturale imputabile alle caratteristiche socio-economiche della collettività” e i 10 milioni destinati all’incremento del “fondo per i Comuni in stato di dissesto finanziario”.
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