Sarà stato sicuramente colpa del caldo: non c’è dubbio. Fatto sta che la notizia sparata da tutta l’informazione nazionale ha fatto il giro dello stivale preoccupando non poco le famiglie che, a stenti, arrivano a fine mese.
Antonio Del Furbo
Preoccupazioni, però, inutili visto che la tassa sui condizionatori è stata una bufala pazzesca.
A strapparsi le vesti per prima Federconsumtori e Adusbef che hanno tuonato:“Sono arrivati a tassare anche l’aria”. E ancora:“L’aggravio sarà di circa 200 euro a famiglia” e per questo i prodi guerrieri hanno annunciato anche di essere pronti “in sede europea ed anche in ambito nazionale, a mettere in campo tutti gli strumenti per la cancellazione di tale obolo”. Ed infine:”Se i condizionatori presenti in casa sono più di uno – hanno ancora aggiunto le associazioni dei consumatori – la spesa può salire fino a 300 euro”.
Roba da guerra civile, insomma.
E chi ha preso la palla al balzo per cercare di smorzare il clima rovente estivo e politico? Ovviamente Matteo Salvini che su twitter ha scritto:“Renzi obbedisce a Bruxelles, arriva la ‘tassa sui condizionatori’: 200 euro in più a famiglia. Ovviamente la Lega si opporrà”.
Nella bolgia imperante qualcuno, però, aveva cercato di fare chiarezza sin da subito. Il ministero dello Sviluppo economico ha subito specificato che “la maggior parte dei condizionatori non ha l’obbligo del libretto di impianto e manutenzione in quanto non supera la potenza di 12kW”. E infatti la tassa per cui associazioni dei consumatori e Salvini si sono strappate vesti e camicie, fa riferimento solamente i sistemi di climatizzazione che superano i 12 Kw e che servono a raffreddare ambienti di circa 160 metri quadrati. La norma, infatti, parla di locali e non di appartamenti.
Per intenderci: per riscaldare un locale tra 15 e 40 metri quadri serve una potenza di 2-3,5 Kw. E Salvini ci ha pure rimesso il carico da novanta sottolineando che Renzi “obbedisce a Bruxelles”.
Peccato per Salvini che la norma è stata introdotta esattamente due anni fa dal governo Monti. Ancora. Nel 2005 fu proprio il governo Berlusconi, di cui la Lega faceva parte, a introdurre il libretto per il bollo sui climatizzatori.
Il DL 192/2005 recepiva, infatti, la normativa europea è istituiva il “libretto di centrale” o “libretto d’impianto” per gli impianti di riscaldamento. Nel 2014 il decreto del febbraio 2014 ha semplicemente istituito il libretto anche per i condizionatori.
Sulla questione 12 Kw, il commma 1 dell’articolo 15 della direttiva europea, prevede infatti che:
“Gli Stati membri stabiliscono le misure necessarie affinché le parti accessibili degli impianti di condizionamento d’aria la cui potenza nominale utile è superiore a 12 kW siano periodicamente ispezionate. L’ispezione comprende una valutazione dell’efficienza dell’impianto di condizionamento d’aria e del suo dimensionamento rispetto al fabbisogno di rinfrescamento dell’edificio. La valutazione del dimensionamento non dev’essere ripetuta se nel frattempo non sono state apportate modifiche a tale impianto di condizionamento d’aria o con riguardo al fabbisogno di rinfrescamento dell’edificio”.
Gli impianti di condizionamento e riscaldamento vengono equiparati e, di conseguenza, i condizionatori con potenza nominale utile superiore ai 12kw hanno l’obbligo di essere sottoposti a regolari controlli e certificazioni da parte di enti accertatori.
Che poi Movimento 5 stelle e Lega pare abbiano votato sì alla tassa sui condizionatori è un’altra questione.