Non se la passa niente male il superlatitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Ha i capelli neri, è stempiato e non è più “affetto da strabismo”, ma è ancora magro e veste pantaloni con le pences, indossa solo camicie di marca acquistate da Dell’Oglio, a Palermo, insieme alle scarpe Alexander, reperibili anche nel negozio di Trapani “Stefania Moda’.
Così lo descrive l’ultimo identikit contenuto in un’informativa del Ros depositata nell’udienza preliminare del processo all’ex sindaco di Castelvetrano (Trapani) Antonino Vaccarino, accusato di avere veicolato verso il boss trascrizioni di intercettazioni riservate ricevute dal tenente colonnello dei carabinieri in servizio alla Dia di Caltanissetta Marco Zappalà. Nello stesso processo è imputato anche l’appuntato Giuseppe Barcellona che risponde di accesso abusivo al sistema informatico, e che è la fonte delle notizie dell’identikit, ricevute, avrebbe sostenuto, da un confidente descritto come “una persona onesta che conosce il latitante sin da giovane”.
L’informativa riferisce che durante una notifica a casa dell’appuntato, Barcellona, “chiedendo di parlare da solo con lo scrivente (un ufficiale dei Ros) riferiva di avere appuntato su un foglio alcune notizie, inerenti il latitante Messina Denaro’’. Nel foglio, oltre ai dati somatici, anche il nome di uno dei postini del boss “che si sposta con una bici elettrica nei pressi di un bar pasticceria che è solito frequentare’’, e la notizia dell’esistenza a Castelvetrano di una serie di “cunicoli sotterranei che dai bagni pubblici delle piazze conducono sotto terra a una chiesa sconsacrata”.