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L’indice del terrore si chiama VIX: il grafico che si lega con i morti ammazzati

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VIX misura S&P 500 di Wall Street attraverso le opzioni che sono strumenti derivati. Dice qual è il “sentiment” del mercato e, negli ultimi anni, ha previsto quello che poi è accaduto.

VIX informa sulla violenza dello spostamento dei prezzi che i mercati si attendono nell’imminente futuro. A un indice alto corrisponde maggiore paura di un repentino sbalzo della Borsa. E di norma gli spostamenti violenti e improvvisi sono verso il basso quindi il Vix sale e i mercati si muovono nervosamente in discesa. Da questo “indice della paura”.

“Guardando all’andamento del VIX, l’indice della volatilità, – spiega Tim Edwards – si nota come il sentiment di mercato sia stato molto altalenante nell’ultimo mese. Il Vix ha chiuso a quota 16,85 ieri, poco più su rispetto al mese scorso. L’azionario Usa è ben impostato per chiudere in rialzo per il settimo anno consecutivo. Anche se i mercati dovrebbero attraversare un mese di dicembre senza grandi sbalzi, le speculazioni sulle misure della Fed che potrebbero sostenere il VIX. A maggior ragione per il fatto che i contratti sul VIX scadono in concomitanza con l’annuncio della Fed a metà dicembre”.

Per Edwards, quindi, Nel breve non dovrebbero esserci grandi variazioni, come dimostra anche l’andamento dell’indice a una settimana CBOE Short Term Volatility Index, che quota 13,33 punti, a un livello relativamente basso rispetto al VIX. Ma imercati creditizi sono nervosi. Gli spread dei titoli ad alto rendimento Usa hanno continuato a muoversi in rialzo da fine 2013 a oggi, aumentando di ulteriori 12 punti base nel mese. Si è inoltre registrata una certa volatilità nell’oro, nell’euro e nell’azionario europeo. Il metallo prezioso continua la sua fase ribassista e dovrebbe chiudere la settimana ai minimi di sei anni”.

Se si torna indietro nel tempo, la recente storia di morti ammazzati sembra andare a braccetto con la curva dell’indice, impazzita verso l’alto nei cinque giorni che avevano preceduto gli attentati.

Prima degli attentati del World Trade Center (2001) di quelli sui treni a Madrid (2004), alle bombe nella metro di Londra (2005), al massacro di Charlie Hebdo (2015) per finire agli attentati parigini della settimana scorsa, c’è sempre stato un allarme rosso. L’unica eccezione: la strage delle Torri Gemelle dell’11 settembre, avvenuta prima dell’apertura del Chicago Stock Exchange.

Secondo alcune stime il Califfato beneficia di entrate giornaliere di un milione di dollari grazie alla vendita clandestina di petrolio e di un patrimonio complessivo di due miliardi di dollari.

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