Il 2014 è stato l’anno dell’indignazione. Indignazione per la politica. Per i ladri. Per le mafie. Per il presidente della Repubblica.
È stato l’anno dell’indignazione per i giudici che si sono permessi di indagare sulla trattativa stato-mafia e su quelli che hanno sparato sentenze sull’eternit di Torino. C’è stata indignazione per i giudici che non hanno condannato il disastro di Bussi. Per quelli che hanno condannato Silvio Berlusconi. L’indignazione ha scalato montagne e alpi e ha raggiunto, ancora una volta, i buchi per un’altra opera all’italiana destinata a fallire come la Tav. Siamo stati indignati H24 per tutto, proprio tutto. All’appello è mancata l’indignazione per il popolo eschimese che vive per tutta la vita a temperature rigidissime. E, oggi ultimo giorno dell’anno, l’indignazione scatta per tutti quelli che mangeranno carne e spareranno botti.
Questa indignazione ce la porteremo dietro non solo nel 2015 ma soprattutto negli anni a venire. L’unica e vera indignazione di cui non v’è traccia è quella per la morte dell’umanità. Non siamo più umani, abbiamo perso la capacità di emozionarci o incazzarci per cose semplici. Non diciamo:”povero signore costretto a vivere in strada” ma bensì:”eccone un altro, gente che andrebbe tolta dalle strade per il decoro della città”.
Ecco, questi siamo noi. Quelli del 2014 che vivranno anche nel 2015. Quelli che non s’indigneranno mai per i “contesti ansiogeni in cui viviamo” e che in Grecia hanno portato ad un aumento del 28% di suicidi. Una vera e propria esecuzione di massa. E quando ci dicono che i greci, in fondo, sono stati complici del disastro, ecco che, in quel momento, non siamo più umani ma perfetti killer.
Antonio Del Furbo