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Julian Assange: cade l’accusa di violenza sessuale

Julian Assange pollice all'insù
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Per i giudici svedesi non ci sono elementi sufficienti. Cade, dunque, l’inchiesta per violenza sessuale nei confronti di Julian Assange e risalente al 2010.

Il fondatore di Wikileaks, dopo aver subito per dieci anni le pressioni dei media sulla vicenda, esce a testa alta dalla vicenda. I ricordi dei testimoni sono svaniti: “Non sono abbastanza forti per formulare un’incriminazione”.

In una conferenza stampa la vice procuratrice generale Eva-Marie Persson ha precisato che Tutti gli atti sono stati compiuti, ma senza apportare le prove necessarie per una condanna”.

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La vicenda

Le autorità svedesi a maggio di quest’anno avevano spiccato un mandato di arresto per presunto stupro contro il giornalista e attivista. Assange, 48 anni, attualmente nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh (sud-est di Londra), ha sempre negato le accuse. Il pubblico ministero con questa decisione evita che i tribunali britannici possano potenzialmente decidere tra richieste di estradizione in concorrenza tra Stati Uniti e Svezia.

L’arresto 

 Assange è stato arrestato ad aprile scorso dalla polizia britannica, presso l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dopo che Quito aveva revocato l’asilo, concessogli nel 2012 per evitare l’estradizione in Svezia. È stato poi condannato a 50 settimane di carcere, lo scorso maggio, per aver violato le condizioni della libertà vigilata. A decidere sulla sorte di Assange sarà il tribunale londinese di Westminister il 24 febbraio del 2020.  

Per gli Stati Uniti il fondatore di Wikileaks ha messo in pericolo alcune fonti governative con la pubblicazione 250 mila cablogrammi e circa 500 mila documenti riservati relativi alle attività dell’esercito americano in Iraq e in Afghanistan.  

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