Quasi tutta Italia è sostanzialmente in lockdown. In base all’indice Rt e alla nuova stretta prevista dal decreto approvato in consiglio dei ministri, ad andare in rosso sono la Province autonome di Trento, la Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, le Marche, la Puglia, la Campania e il Molise.
Tutte le altre Regioni, a parte la Sardegna che è bianca, sono arancioni. La Basilicata e la provincia autonoma di Bolzano sono state promosse fuori dalla zona rossa. L’incidenza dei casi di coronavirus accelera. L’Istituto superiore di sanità diffonde i primi dati della Cabina di regia: nella settimana dall’1 al 7 marzo i casi settimanali per 100mila abitanti sono 225,64 contro i 194,87 per 100.000 abitanti del periodo 22-28 febbaraio. L’Rt è di 1,16. L’Italia torna in zona rossa.
Sale il tasso di occupazione delle terapie intensive, salito sopra la soglia critica cioè al 31% contro il 26 della settimana scorsa. I ricoverati sono passati da 2.756 a 2.327. Il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 19.570 a 22.393. “Si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (50.256 contro 41.833 la settimana precedente)”.
La situazione degli Rt regionali
Con il nuovo decreto non esiste più, fino a Pasqua, la zona gialla. Restano la bianca, dove si trova solo la Sardegna, e l’arancione e la rossa. Per passare nello scenario con più restrizioni si usano due fattori indipendenti. Il primo è l’Rt. Se è superiore a 1,25 si va in rosso. Il nuovo dl ha stabilito che fino a Pasqua il giallo non esiste più, e che si tiene conto anche dell’incidenza. Se supera i 250 casi settimanali per 100mila abitanti scatta lo scenario con più restrizioni. Ecco l’Rt: il medio e poi i due intervalli, e l’incidenza per ogni Regione.
Abruzzo Rt 1,05 (0,99-1,09), incidenza 232,7
Basilica Rt 1,53 (1,31-1,76), incidenza 170,99
Calabria RT 0,83 (0.72-0,95), incidenza 66,42
Campania Rt 1,5 (1,41-1,6), incidenza 203,71
Emilia-Romagna Rt 1,34 (1,32-1,38), incidenza 434,26
Friuli Venezia Giulia Rt 1,39 (1,33 – 1,47), incidenza 266,2
Lazio Rt 1,31 (1,27 – 1,36), incidenza 172,82
Liguria Rt 1,13 (1,08 – 1,18), incidenza 151,56
Lombardia Rt 1,3 (1,28 – 1,32), incidenza 306,04
Marche Rt 1,08 (0,99 – 1,18), incidenza 310,71
Molise Rt 1,07 (0,83 – 1,33), incidenza 157,73
Piemonte Rt 1,41 (1,36 – 1,45), incidenza 279,94
Provincia Bolzano Rt 0,61 (0,57 – 0,65), incidenza 259,08
Provincia di Trento RT 1,04 (0,99 – 1,1), incidenza 351,29
Puglia Rt 1,23 (1,2 – 1,27), incidenza 206,23
Sardegna Rt 0,89 (0,78 – 1), incidenza 31,89
Sicilia Rt 1 (0,95 – 1,06), incidenza 77,49
Toscana Rt 1,23 (1,2 – 1,26), incidenza 216,6
Umbria Rt 0,82 (0,76 – 0,86), incidenza 186,29
Val d’Aosta Rt 1,4 (1,1 – 1,75), incidenza 74,38
Veneto Rt 1,28 (1,26 – 1,32), incidenza 194,42
Tutte le Regioni e provincie autonome tranne sette, ha avvisato l’Iss, hanno riportato allerte di resilienza, cioè capacità ridotte di reazione all’aumento dei contagi.
Aumento dei ricoveri in terapia intensiva
Il numero di ricoverati in terapia intensiva è “in forte aumento” nell’ultima settimana di monitoraggio, con il tasso di occupazione a livello nazionale tornato sopra la soglia critica (31% vs 26% della scorsa settimana). “Si osserva un peggioramento – sottolinea il report della Cabina di regia – nel numero di Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (11 Regioni vs 9 la settimana precedente). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in forte aumento da 2.327 (02/03/2021) a 2.756 (09/03/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in forte aumento, passando da 19.570 (02/03/2021) a 22.393 (09/03/2021)”.
Pasqua in zona rossa. Ecco le restrizioni
Anche il governo Draghi conferma la linea dura del Conte bis. Regole, tra l’altro, ancora più rigide delle precedenti. Due terzi di tutti i cittadini, bambini e ragazzi compresi, torneranno quindi in lockdown, a poco più di un anno di distanza da quello generale della primavera scorsa. Le differenze riguardano anzitutto la scuola: ora nelle regioni rosse tutti gli istituti di ogni ordine e grado, dagli asili nido alle superiori, devono chiudere.
Altra novità riguarda le visite ad amici e parenti, proibite per tutti. In zona rossa non vale più la deroga di Natale che consentiva un solo spostamento una sola volta al giorno in massimo due persone, eventualmente accompagnati da minori o da disabili, verso un’altra abitazione. Tranne che nei giorni di Pasqua quando invece varrà la deroga.
Parrucchieri e barbieri dovranno chiudere così come i centri estetici e non saranno più “salvati”, come avvenuto in passato, dalle chiusure.
Scatteranno da lunedì le nuove gradazioni regionali dell’Italia a colori e con queste le nuove misure annunciate dal Consiglio dei ministri via decreto legge. La cartina geografica si tingerà di scuro. Un preludio del minilockdown nazionale di Pasqua e Pasquetta.
Scuole e università
Dall’asilo nido al liceo tutti a casa. Lezioni in classe possibili solo per disabili
Niente più lezioni in presenza per tutti gli alunni, dagli asili nido alle scuole superiori, nelle regioni rosse. Lo stesso vale in tutti i Comuni dichiarati rossi con ordinanze locali, a prescindere dal colore della regione. Gli studenti con disabilità o con bisogni educativi speciali potranno continuare ad andare in classe. Per quanto riguarda gli atenei sono le singole università a decidere.
Spostamenti
Spesa, corsa, luoghi di culto, seconde case: obbligatoria l’autocertificazione
In zona rossa non si può uscire di casa. È possibile andare a fare la spesa, buttare la spazzatura, andare a correre o fare una passeggiata attorno a casa anche con i propri figli. È possibile portare fuori il cane nei pressi della propria abitazione, raggiungere il luogo di culto più vicino, andare a comprare il giornale. Non si può uscire dal proprio comune o dalla propria regione se non per lavoro, urgenza o salute. Tra queste eccezioni restano sempre valide quelle relative all’assistenza a persone anziane non autosufficienti, figli minori o attività di volontariato nell’ambito del Servizio civile nazionale, per la gestione dell’epidemia in corso, per l’addestramento di unità cinofile o per l’assistenza agli animali. Anche gli atti notarili di compravendita di una casa rientrano tra le ragioni valide per spostarsi tra regioni. Se non vietato da ordinanze locali e se ci si è trasferiti nella seconda casa, sia essa di proprietà o affittatta, vi si può rientrare dopo il lavoro anche fuori regione, una famiglia alla volta. Altri spostamenti verso seconde case possono riguardare solo lavori di somma urgenza. Lo svolgimento di visite turistiche guidate non è consentito in area rossa. Si può andare in auto, per necessità, con persone non conviventi indossando tutti la mascherina. Per muoversi da casa è obbligatoria l’autocertificazione, preferibilmente da stampare e compilare.
Visite ad amici e parenti
Vietate nelle zone rosse, tranne che a Pasqua
Chi vive in una zona rossa non può andare a trovare a casa amici e parenti nemmeno una sola volta al giorno. Sono escluse da questo divieto le visite anche fuori comune o fuori regione per ragioni di necessità, urgenza e salute, come l’andare a trovare un anziano non autosufficiente o un figlio minore. Lo stesso vale per le attività di volontariato.
Il 3, 4 e 5 aprile, a Pasqua dunque, anche nelle zone rosse ci si può spostare all’interno dei confini regionali tra le 5 di mattina e le 22 per far visita ad amici e parenti, una sola volta al giorno, massimo in due più eventuali minori di 14 anni al seguito o persone non autosufficienti. Esattamente come a Natale.
Bar e ristoranti
Niente pranzo né cena. Asporto, ma non per tutto
In zona rossa bar, ristoranti e locali devono chiudere. Dalle 18 alle 22, ora in cui scatta il coprifuoco, è ovunque possibile l’asporto sia di piatti che di bibite da ristoranti, negozi al dettaglio di bevande ed enoteche, ma non da bar e attività simili senza cucina. Via libera a oltranza alle consegne a domicilio.
Negozi e mercati
Gli acquisti solo per necessità, un familiare per volta
Nelle zone rosse i negozi sono chiusi, tranne quelli di prima necessità: alimentari, farmacie, librerie, elettronica, ferramenta, edicole, profumerie, tabaccai, giocattolai e vivai. Mercati e centri commerciali sono chiusi anche nei giorni feriali ma i negozi essenziali al loro interno possono restare aperti.
Servizi alla persona
Barbieri, parrucchieri e centri estetici chiudono in zona rossa. Anche qui una scelta in controtendenza rispetto al decreto di Natale in cui sistemare il taglio o prenotare una manicure veniva considerato un servizio essenziale. Sempre in zona rossa stop anche a tutti gli altri servizi alla persona ad eccezione di lavanderie, tintorie e pompe funebri.
Palestre e piscine
Palestre e piscine restano chiuse in ogni città d’Italia, tanto più in zona rossa. Via libera anche alla corsa o alla biciclettata purché siano attività individuali, si svolgano nei pressi della propria abitazione e si mantengano due metri di distanza da chiunque. Se durante l’attività fisica si sconfina in un altro Comune, questo non è punibile, purché tale spostamento resti funzionale unicamente all’attività sportiva stessa e la destinazione finale coincida con il Comune di partenza. Restano sospesi anche gli sport di contatto.