Narendra Modi Damodardas, il Primo ministro indiano, è un riformatore, liberale ma diverso dagli altri. Un nazionalista indù attento al mercato quanto basta e molto concentrato alla risoluzione dei problemi interni del Paese.
E Modi non ha dubbi: la modernizzazione dello Stato arriva solo attraverso una burocrazia più efficiente e snella. Se lo dice lui c’è da crederci. Soprattutto perché è riuscito a far rifiorire il settore pubblico, spesso e volentieri ridicolizzato.
L’India ha il maggior numero di burocrati incompetenti e corrotti. Oltre a ciò hanno anche scarsa voglia di lavorare visto che, le loro presenze negli uffici, sono molto al di sotto del 50%. Il Presidente, però, pare abbia trovato la formula per cambiare le cose. Il premier passa molto tempo con i dipendenti pubblici per studiare e capire i problemi da vicino.
Intanto, per lo snellimento della macchina burocratica, molte operazioni per l’apertura di un’attività possono essere fatte in rete. Una rivoluzione a cui tutti devono partecipare pena il trasferimento in altre sedi lavorative.
L’altra grande rivoluzione è quella economica e bancaria. Modi ha sviluppato un interessante progetto di Ricchezza popolare (Pradhan Mantri Jan Dhan Yojana) che ha permesso, per mezzo del Ministero delle Finanze e banche statali, di assicurare, ai sottoscrittori di conti correnti, un aiuto concreto dallo Stato. Ad oggi sono oltre 55 milioni i conti aperti e
Tutto ciò avanza di pari passo con la tecnologia e in particolare ad una tessera chiamata Aadhaar, che permette il riconoscimento digitale della persona in cui sono registrati tutti i dati biometrici. Tessera che viene utilizzata per aprire un conto in banca, appunto, o ottenere un passaporto. Il governo di Modi già utilizza il sistema per monitorare la presenza giornaliera dei circa 14.000 funzionari pubblici scansionando un’impronta del dito o l’iride. Dati che vengono pubblicati tempestivamente on-line per permettere ai contribuenti di verificare il lavoro dei dipendenti pubblici. A breve i controlli si estenderanno agli ospedali, alle scuole e ai tribunali. Una scelta, la tecnologia, per ridurre la corruzione dilagante e l’assenteismo.
Chissà cosa succederebbe se si lavorasse ad un modello del genere in Italia.
ZdO