Lo scandalo emerso dall’inchiesta di Reggio Emilia ha evidenziato comportamenti che, se confermati, andrebbero collocati nella sfera della disumanità.
Comportamenti che parrebbero confermati dalle intercettazioni che oggi Repubblica ha diffuso.
“Ma non ti ricordi che hai detto che non lo volevi più rivedere? (tuo padre, ndr)”.
E la bambina: “Ma io non ho detto che non volevo vederlo”.
“Sì, hai detto che non volevi vederlo perché avevi paura che ti facesse del male…”.
“No, mi piacerebbe rivederli (mamma e papà, ndr). Ogni tanto mi capita di piangere perché mi mancano”.
I bambini venivano manipolati, plagiati per far dire loro che avevano subito violenze sessuali. Nelle relazioni venivano scritte parole che i piccoli non avevano mai pronunciato. Le sedute di psicoterapia avevano un unico obiettivo: allontanarli dalle famiglie per darli in affidamento ad amici (che percepivano da 620 a 1.200 euro al mese) e continuare a farli seguire da professionisti, psicologi e psicoterapeuti, che si facevano pagare parcelle da 135 euro l’ora.
Per questi motivi ieri sono state arrestate 17 persone nell’ambito dell‘inchiesta “Angeli e demoni”, notificati dai carabinieri, su ordine del gip di Reggio Emilia. Tra le persone ai domiciliari il sindaco del Comune di Bibbiano, Andrea Carletti, del Pd, in qualità di responsabile del Servizi sociali dell’Unione di Comuni di Val d’Enza, la coordinatrice del servizio, Federica Anghinolfi, un’assistente sociale, Nadia Bolognini, e tre psicoterapeuti della onlus di Pinerolo, nel torinese “Hansel e Gretel”.
Due i casi più inquietanti. Scrive il gip: “Durante una seduta di psicoterapia, in ottobre a Bibbiano, senza l’ok dei genitori, una minore veniva sottoposta a trattamento sanitario non consentito. Con uno strumento a impulsi elettromagnetici, con cavi che doveva tenere tra le mani, presentandole l’apparecchio come una ‘macchinetta magica’ necessaria ai bambini per ascoltare le cose brutte successe nella loro vita”. Un modo per poi “iniziare la seduta vera e propria con racconti suggestivi e suggerimenti di presunti abusi sessuali”.
Su un’altra bambina si è tentato di dimostrare falsamente che aveva subito una violenza sessuale mai avvenuta manipolando alcuni suoi disegni. Tra i rilievi dell’inchiesta anche la mancata consegna ai bambini dei regali che i genitori portavano agli psicologi perché li dessero ai figli. Poi, il caso di una bimba che non capisce perché non può rivedere mamma e papà. Le psicologhe, le assistenti sociali e la coppia affidataria le rispondono, martellandola, con un incalzare di frasi e domande per instillarle dubbi.
“Non mi ricordo perché non li posso più vedere”, dice la bambina, registrata dai carabinieri.
“Ma non ti ricordi che hai detto che (tuo padre, ndr) non lo volevi più rivedere?”, risponde la psicologa.
E lei: “Non ho detto questo”.
“Sì, hai detto che non volevi vederlo perché avevi paura che ti facesse del male… che si potesse vendicare… o che ti potesse portare via. Ti ricordi la paura che hai sentito?”, le risponde l’affidataria.
Una psicologa: “Quello che dirai al giudice il tuo papà non lo saprà, neanche la tua mamma”. “Vorresti incontrarli?”, chiede a questo punto la psicoterapeuta.
“Mi piacerebbe – dice la bambina – anche per rivederli, anche fisicamente. Ogni tanto mi capita di piangere perché mi mancano gli abbracci del papà”.
Un’affidataria che spinge un bimbo a parlare di abusi dei genitori:
“Alla materna ti veniva di toccare il pisellino ad altri bimbi, la patatina, ricordi? Me lo hanno detto”. Il bambino, nelle immagini registrate dai carabinieri, sembra annuire e la donna lo incalza:
“Sai che c’è, facevi quello che avevi imparato a casa”. Il bambino continua a giocare e lei prosegue nel logorio:
“Ti ricordi che toccavi la patatina alla mamma? Provo gioia a sentirti raccontare queste cose, ma so che raccontare ti fa star male”.
Il sindaco Carletti è indagato per abuso d’ufficio in concorso perché avrebbe evitato una procedura ad evidenza pubblica per affidare il servizio di psicoterapia con un importo superiore a 40mila euro. Così “intenzionalmente procurava un ingiusto vantaggio al centro studi Hansel e Gretel”.