In tre mesi chiuse 11mila imprese. Entro fine anno spariranno altre 100mila imprese
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In tre mesi in Italia sono state polverizzate 11mila imprese artigiane. Il dato peggiore, però, arriverà, secondo l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre (CGIA), nei prossimi mesi, quando l’effetto economico negativo del Covid si farà sentire con maggiore intensità.“In questi due mesi e mezzo di lockdown – spiega il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo, della CGIA – molti artigiani senza alcun sostegno al reddito sono andati in difficoltà e non sono stati pochi coloro che hanno ipotizzato di gettare la spugna e di chiudere definitivamente la saracinesca. Dopo una settimana dalla riapertura totale, invece, lo stato d’animo di tanti piccoli imprenditori è cambiato. C’è voglia di lottare, di resistere, di risollevare le sorti economiche della propria attività”.I dati preoccupanti arriveranno, purtroppo, nei prossimi mesi. Non è da escludere sempre secondo la CGIA – che entro la fine dell’anno lo stock complessivo delle imprese artigiane presente nel Paese si riduca di quasi 100 mila unità, con una perdita di almeno 300 mila posti di lavoro.Tuttavia la preoccupazione deriva, oltre che dalla mancanza di credito che attanaglia gli artigiani e in generale tutte le Pmi, anche dalle previsioni dei consumi delle famiglie italiane per l’anno in corso. Secondo il Def 2020, infatti, la caduta sarà pari al 7,2 per cento; in termini assoluti il crollo degli acquisti rispetto al 2019 sarà di circa 75 miliardi. A farne le spese saranno soprattutto gli artigiani, i piccoli commercianti e i lavoratori autonomi che vivono quasi esclusivamente dei consumi delle famiglie.Insomma, i fatturati di queste piccole attività sono destinati a cadere rovinosamente, con il conseguente trascinamento verso la chiusura definitiva tantissimi negozi di vicinato.

In 11 anni perse quasi 200 mila aziende artigiane

La contrazione dipenderà dalle misure di sostegno che verranno introdotte dal Governo nei prossimi 2-3 mesi. Tenendo conto che negli ultimi 11 anni lo stock delle imprese artigiane è crollato di quasi 200 mila unità, al 31 marzo 2020 le aziende artigiane attive in Italia ammontavano a 1.275.970.Per la CGIA appare urgente l’erogazione di importanti contributi a fondo perduto. Non solo. C’è la necessità di azzerare per l’anno in corso delle imposte erariali: come l’Irpef, l’Ires e l’Imu sui capannoni. Ciò al fine di evitare che entro il 2020 si registri una ulteriore moria di tantissime botteghe artigiane. “L’artigianato ha bisogno di sostegno perché è l’ elemento di coesione sociale del nostro sistema produttivo. Se spariscono le micro imprese, rischiamo di abbassare notevolmente la qualità del nostro made in Italy. Con il decreto Rilancio sono state introdotte diverse misure ma tutto questo non basta. Troppi provvedimenti che rischiano di disperdere in tanti rivoli le risorse messe a disposizione che, invece, dovrebbero essere convogliate solo su tre voci: famiglie, indennizzi diretti alle imprese e taglio delle tasse” ha affermato il segretario della CGIA Renato Mason.

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