In terra di Piemonte Fratelli d’Italia rinvigorisce dopo l’arresto di Roberto Rosso, l’assessore regionale meloniano accusato di voto di scambio politico mafioso. A succedergli è Maurizio Marrone.
Chi è Rosso
L’ex assessore regionale di Fratelli d’Italia arrestato il 20 dicembre con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, lascia il carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino. Il Tribunale di Asti ha, infatti, accolto l’istanza di sostituzione della misura cautelare presentata dal legale Giorgio Piazzese, che aveva chiesto gli arresti domiciliari. Lo scorso 27 maggio il gup Elena Rocci aveva respinto la richiesta di scarcerazione.
Roberto Rosso, il politico della Democrazia cristiana. Ma anche di Forza Italia e Fratelli d’Italia
Rosso versò denaro a persone vicine alla ’ndrangheta di Carmagnola per ottenere un “appoggio” in vista delle elezioni regionali del 2019, al termine delle quali risulterà eletto. A sostituire Rosso è stato il suo collega di partito Maurizio Marrone. Il giovane consigliere regionale ha un curriculum di militanza e di impegno istituzionale molto lungo.
Maurizio Marrone è l’uomo che in passato ha difeso Eric Priebke
con tanto di condivisione di un post del leader di Terza Posizione Gabriele Adinolfi nel 2013 che fece infuriare la Comunità ebraica torinese. Marrone è anche stato ambasciatore di interessi stranieri in patria e non ha mai nascosto una particolare ammirazione per il presidente russo Vladimir Putin. Ammirazione che lo ha spinto a recarsi in Donbass tra mercenari, terroristi e guerriglieri che combattono per l’indipendenza della Repubblica di Donetsk. Come riferisce L’Espresso “tra i tanti miliziani italiani di matrice neofascista conobbe Andrea Palmeri, già all’epoca per la giustizia italiana latitante, estremista nero, ex capo degli ultras della Lucchese” .
La Procura di Genova, infatti, due anni fa spiccò un mandato di cattura internazionale per Palmeri accusato “di reclutamento di mercenari e combattimento in un conflitto armato estero“. Secondo gli inquirenti era il perno di un asse tra l’Ucraina e l’Italia, dove provvedeva ad arruolare combattenti negli ambienti dell’ultradestra e del tifo organizzato. Al centro del reclutamento l’ideologia faceva rima con guadagno. Come lui stesso rivela in numerose intercettazioni telefoniche, il giro di arruolamento e di armi era molto cospicuo.
L’incontro di Palmeri e Marrone
I due s’incontrano in una cena privata alla presenza di Janus Putkonen, capo dell’agenzia Doni, agente di collegamento coi servizi segreti russi, delegato al monitoraggio e alla schedatura dei giornalisti occidentali avversi al governo di Mosca. La figura di Putkonen è presente anche nell’operazione “Dalla Russia con amore”, l’aiuto sanitario russo all’Italia deciso da Mosca durante l’emergenza Covid. I documenti de L’Espresso riferiscono che “la pianificazione della comunicazione durante la crisi pandemica dei soldati di Putin sul territorio italiano è passata per il suo controllo e coordinamento”.
I finanziatori di Fratelli d’Italia, tra palazzinari romani e lobby europee e americane
Queste esperienze permettono a Maurizio Marrone di aprire nel 2017 un Consolato informale della Repubblica di Donetsk a Torino con lo scopo di essere un centro di interessi economici e politici per la resistenza in Donbass e fungere da centro di assistenza economica per le attività economiche dell’area. L’iniziativa fu sostenuta tra gli altri anche dall’associazione “Lombardia-Russia” di Gianluca Savoini ed esponenti europei di Forza Italia e della Lega. Del Consolato oggi si sono perse le tracce.
La scalata di Marrone in Fratelli d’Italia
L’occupazione di Marrone dentro Fratelli d’Italia non si ferma: ottiene una posizione di rilievo nella giunta piemontese e diventa in pochi mesi il braccio destro di Alberto Cirio. Il sodalizio tra Cirio e Marrone sta spostando l’asse di una regione tradizionalmente laica, liberale e libertaria anche nelle sue componenti più conservatrici, su posizioni antiabortiste, filorusse e omofobe.
In questi pochi mesi da assessore Marrone ha tuonato forte contro il Ddl Zan contro l’omotransfobia e sulle nuove linee guida sulla pillola RU486. In entrambi i casi Marrone, un passato anche da “sentinella in piedi” e un presente da fomentatore dell’esistenza della teoria gender e di complotti sorosiani.