A me Alexīs Tsipras piace. È giovane ed ha una faccia pulita. E la vittoria in Grecia se l’è meritata tutta. Ora bisogna vedere se ai contenuti seguono i fatti.
L’ala radicale della sinistra, quella che nei salotti buoni italiani spesso viene guardata con superiorità e diffidenza, nella Repubblica Ellenica ha ottenuto 149 seggi su 300 alle elezioni legislative di ieri. I due che mancherebbero per poter dare la fiducia ad un governo arriveranno dai “Greci Indipendenti”, il partito conservatore nato dalla scissione di Nuova Democrazia da sempre nemica delle politiche dell’austerità. Un giovane, finalmente, diventa il primo ministro greco. E non uno a caso. Intanto è stato un militante del Partito Comunista Greco nel quale, ad un certo punto, non si è trovato più bene e se n’è andato sbattendo la porta in faccia a tutti. Ha fondato un’altra sinistra, più vicina ai valori umani, Synaspismos, con cui ha portato avanti battaglie contro la globalizzazione neoliberista. Giusto per ricordarlo agli ‘scicchissimi’ di casa nostra che spesso vanno a braccetto con gendarmerie e magistrati, Tsipras è stato pure manganellato a ripetizione quando, nel 2001 nel tentativo di raggiungere Genova per manifestare pacificamente al G8 venne respinto con cariche e manganellate dalle forze di polizia italiane ad Ancona e fu espulso. E non mi sembra che in quell’occasione ci stesse anche Barbara Spinelli a prendere mazzate. Ma si sa l’eurodeputata preferisce Parigi.
Dopo una serie di successi politici in Grecia, Tsipras, nel 2009, con il gruppo parlamentare Syriza, viene eletto per la prima volta nel Parlamento Ellenico per il collegio Atene. Cancellazione del debito, blocco delle privatizzazioni e una nazionalizzazione delle banche, ristrutturazione parziale del debito e avvio di un piano sociale che garantisca i meno abbienti stimolando, allo stesso modo, l’economia. E lo stesso Tsipras a fare i nomi dei responsabili del ‘disastro’ europeo:”Joerg Amussen e Steffen Kampeter, del governo tedesco, e Benoit Coeurè della Bce”. Ora si cambia, insomma. I greci attendono l’aumento degli stipendi e delle pensioni minime, il ripristino dei contratti collettivi di lavoro, case, buoni pasto ed elettricità gratuita.
I cosiddetti leader italiani già scalpitano, sognano, ridono. E rispunta pure Fausto Bertinotti che ha più volte detto di sostenere la lista Tsipras. Speriamo che non gli passi in mente di riscendere in politica anche a lui perché tra presidenti di regione che ridono al telefono, sindacalisti e magistrati trombati, Syriza in Italia potrebbe diventare un incubo.
Antonio Del Furbo