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In Abruzzo i killer della Camorra evadono. Autorizzati dallo Stato.

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Il pluriomicida era in carcere a Pescara per scontare una pena definitiva per evasione. Sabato mattina è uscito per un permesso premio e la sera non è rientrato. Ieri Bartolomeo Gagliano, un altro pluriomicida 55enne è evaso dal carcere di Marassi anche lui in permesso premio.

Il pluriomicida era in carcere a Pescara per scontare una pena definitiva per evasione. Sabato mattina è uscito per un permesso premio e la sera non è rientrato. Ieri Bartolomeo Gagliano, un altro pluriomicida 55enne è evaso dal carcere di Marassi anche lui in permesso premio.

Esposito, 47 anni, ricercato da domenica, è un collaboratore di giustizia. È ricercato da domenica, quando dal carcere di Pescara, è partito l’allarme per il mancato rientro del detenuto. Esposito avrebbe finito di scontare la pena a giugno 2014. L’uomo è stato condannato per l’omicidio di Gelsomina Verde, 22enne, avvenuto nel 2004 nell’ambito della faida di Scampia. Ricerche in corso da parte delle Forze dell’ordine, assicurano dalla questura.

Il mancato rientro in carcere

Esposito è uscito dal carcere di Pescara alle 10 di sabato e doveva rientrare alle 18 ma così non è stato. Si è allontanato dalla casa circondariale in compagnia di un familiare. L’allarme per evasione dalla casa circondariale è scattato domenica, dopo 12 ore, come previsto in questi casi. L’omicidio di Gelsomina Verde, detta Mina, fece molto clamore, a Napoli. La giovane, lontana dalle vicende della criminalità organizzata, fu torturata e poi uccisa (le spararono alla testa) e il suo corpo fu bruciato nell’auto di famiglia, trovata il 21 novembre del 2004 a Secondigliano. Finì nel mezzo della faida di Scampia solo perché frequentava un appartenente agli scissionisti del clan Di Lauro. Esposito, grazie all’indultino, uscì dal carcere il 19 novembre del 2004 e appena due giorni dopo, il 21 novembre, ammazzò Mina. Prima dell’esecuzione Mina fu interrogata dal killer Ugo De Lucia, perché i sicari mandati da Cosimo il reggente pensavano che lei, che frequentava Gennaro Notturno, sapesse dove si nascondeva il fratello di lui, Enzo Notturno, rivale di camorra, uno degli scissionisti nemici dei Di Lauro, e ormai in fuga. I suoi capelli furono dati alle fiamme nell’auto, una Fiat Seicento nuova, che la madre precaria e suo padre ex operaio di scarpe avevano acquistato facendo molti sacrifici. 

Bartolomeo Gagliano, il pluriomicida di 55 anni evaso dal carcere di Marassi grazie a un permesso premio, è ancora ricercato. L’ipotesi è che il criminale abbia raggiunto la Francia. L’uomo ha tre omicidi alle spalle e porta con sé una pistola calibro 7.65. Il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, ha ribadito che l’uomo “è un soggetto altamente pericoloso, ma al momento solo in linea teorica”. Il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, ha detto che il tasso di evasione da questi permessi è molto basso:”nel 2012 sono stati concessi 25.200 permessi premio (ogni detenuto può averne più di uno), e sono evasi solo 52 e non è stato commesso nemmeno un delitto di sangue”. In totale il tasso di evasione dalla misure alternative è dello 0,6%. “Noi non sapevamo che aveva quei precedenti penali, per noi era un rapinatore”, si era difeso il direttore del carcere, Salvatore Mazzeo, spiegando che “abbiamo valutato Gagliano in base al fascicolo di reato per cui era detenuto, che risale al 2006”.

Con questi funzionari i bastardi della Camorra possono fare sonni tranquilli.

ZdO


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