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IMU: la tassa per i poveri

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La tassa che più di tutte ha fatto impazzire gli italiani

 

Le dichiarazioni avvenute attorno all’IMU sono state tante in quest’ultimo anno, tra calcoli per capire quanto sia il prezzo da pagare, proteste contro i vari enti ecclesiastici esonerati dal pagarlo e, infine, gli esoneri che dovrebbero toccare alle scuole paritarie, secondo le ultime dichiarazioni del Ministro dell’istruzione Pubblica Profumo. In questa settimana si sta proponendo di far si che le scuole private possano ricevere degli aiuti economici dallo stato, dato che con l’IMU potrebbero salire i costi di iscrizione degli istituti privati. Si parla di tagli alla scuola pubblica e di incentivi per aiutare quella privata, un idea geniale.
Senza ripercorrere tutti i tagli della scuola pubblica (nel nostro paese c’è uno strano concetto di “risparmio”) e le continue agevolazione alla scuola privata. Il Walfare State non è di casa in Italia, dove nell’ultimo anno la scuola pubblica ha subito la (solita) ghigliottina sul proprio bilancio mentre gli istituti privati hanno continue proposte di bonus e riduzioni delle loro spese. Si vuole sempre paragonare l’istruzione pubblica con quella privata, ma ci si dimentica di alcuni dati, che vedono la scuola pubblica, nonostante i continui tagli e i mancati supporti da parte dello stato, essere migliore di gran lunga rispetto a quella privata; i dati parlano di un grande distacco nella disciplina e nella capacità di lettura (dati dell’Ocse). Tutto questo è molto assurdo, se si vuole affiancare il fatto che per la scuola pubblica si spende il 4,8% del PIL mentre in Europa la media è del 6% del PIL . Il nostro paese parla molto di Europa quando si tratta di fare grandi opere (inutili) o di fare i tagli, ma non parla mai di Europa quando bisogna ristabilire il salario europeo e quando si parla di servizi  che vengono offerti ai cittadini.
Le scuole paritarie stanno avendo un aumento degli iscritti per far recuperare più anni in uno solo, sostanzialmente è un incentivo al non studio. Il ragazzo studioso si trova a essere paragonato a quello lavativo, anzi, anche lui viene incentivato al non studio. Il discorso dei tagli al settore pubblico hanno comportato una decadenza delle condizioni delle scuole pubbliche, nelle quali si può vedere di tutto.

Francesco Profumo si è detto portavoce di un malcontento che vedeva le “povere” scuole private essere penalizzate dalla nuova tassa municipale, che rischierebbe, addirittura, di far chiudere questi istituti che “fanno risparmiare ogni anno allo Stato sei miliardi di euro” a detta dell’onorevole Luisa Santolini. Sorprendente come si pianga per degli istituti privati che hanno grandi introiti e non si pianga invece per le persone che, grazie a un carico fiscale sulle aziende del  68,3%, sono costrette a chiudere i battenti delle proprie aziende. Si provi a guardare le medie del nostro continente, dove il carico fiscale è, in media, del 42,6% e a livello mondiale del 44,7%. Invece di rimuovere l’IMU alla scuole private, si provasse ad agevolare le aziende, a fare quel piano di crescita economica, di cui tanto si è parlato e di cui nulla si è concluso; si provi a investire nella ricerca, a credere nei giovani italiani, che sempre più sono costretti a emigrare in paesi dove la loro laurea serve per lavorare come ingegneri e non come centralinisti in un call center; si provi, è l’Europa che ce lo chiede.

 

di Mattia Scorrano

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