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“Per noi all’80 per cento si tratta di morte naturale”. A dire queste parole il pm Tiziana Siciliano.

“Le ho sentite pronunciare dal giudice e queste parole non le trovate su nessun giornale in nessun sito in nessun tg. Ai media piace da morire tenere in piedi la tesi dell’omicidio e spesso indicano anche il mandante. Poi si lamentano perché perdono sempre più copie.”



A scriverlo al direttore de Il Foglio è Frank Cimini, cronista giudiziario. E Claudio Cerasa commenta:“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte – diceva Joseph Goebbels, che se fosse vivo sarebbe un perfetto editorialista delle gazzette delle fake news – e vedrete che diventerà una verità.”

Il sospetto che Imane Fadil, una delle testimoni chiave del processo Ruby, sia stata uccisa da sostanze radioattive è stato cancellato. Gli esiti dei primi esami effettuati sui campioni di tessuti prelevati da fegato e reni della modella marocchina, morta in circostanze misteriose lo scorso primo marzo all’Humanitas, hanno dato esito negativo e non ci sono evidenze di radioattività. L’ultima parola spetta al Centro ricerche Casaccia dell’Enea vicino a Roma.

L’autopsia, che dovrebbe essere svolta sabato, dovrà accertare se invece la morte della giovane sia stata causata da un avvelenamento da metalli. Ieri all’Istituto di Medicina Legale, un pool di consulenti nominati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Antonia Pavan e Luca Gaglio e guidati da Cristina Cattaneo, una delle anatomopatologhe più quotate in Italia, ha effettuato i prelievi sui due organi, una sorta di biopsia.

Si cercherà di accertare se i metalli, tra cui il cadmio, il cobalto e l’antimonio, rintracciati in percentuali di parecchio al di sopra della norma nelle urine e nel sangue di Imane Fadil, siano stati letali. Si dovrà capire in che modo sono stati accumulati nel suo organismo e da quale ‘fonte’, ma anche quale fosse il loro valore ‘originario’.

Di admin

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