Ilva: il governo mette nelle mani di ArcelorMittal 1 miliardo
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La carta dello Stato sull’Ilva ammonta a circa un miliardo di euro. Un confronto quello tra governo e ArcelorMittal che prosegue all’ombra del covid.

La volontà di arrivare all’intesa è reale. Mancano pochi giorni a fine novembre quando i Mittal potranno sganciarsi dalla più grande acciaieria d’Europa pagando un ticket d’uscita di 500 milioni. Un fatto che depone a favore di un’accelerazione della trattativa.

ArcelorMittal-Ilva: la rescissione era prevista nel contratto rimodulato con l’attuale

La trattativa prevede un accordo di massima che fissi il calendario dei passi successivi, necessari ad arrivare alla chiusura vera e propria del contratto. I pesi azionari tra parte pubblica e parte privata verrebbero risolte con un patto parasociale con garanzia di poteri decisionali adeguati per chi dovesse trovarsi in minoranza. In questi giorni Mittal si è accordato con i commissari Ilva per il pagamento delle rate arretrate dell’affitto dello stabilimento. Una decisione che fa pensare a un accordo imminente per rimanere in Italia.

“Mittal si è impegnato a pagare tutti i debiti con l’Amministrazione Straordinaria – hanno detto i commissari – con una dilazione che abbiamo concesso sia per l’attuale emergenza, sia perché abbiamo la garanzia dell’incasso della somma. La sensazione – hanno aggiunto – è che la negoziazione tra Invitalia e ArcelorMittal stia procedendo con concretezza di contenuti, e questo fan ben sperare in una conclusione soddisfacente per tutti”.

Sul tavolo il governo ha ancora il piano di marzo che fu rinnegato da ArcelorMittal con l’alibi del Covid.

8 milioni di tonnellate annue di acciaio a regime, 2 delle quali da forni elettrici;

costo ribassato dell’energia;

ingresso dello Stato;

mantenimento, sempre a regime, di 10.700 posti di lavoro;

cassa integrazione calibrata sull’andamento del mercato siderurgico e, dunque, sul tempo necessario a raggiungere il target produttivo.

Vista la pandemia, lo Stato è disponibile ad andare incontro ad ArcelorMittal in termini di flessibilità degli step industriali del piano. Resta sullo sfondo, il possibile coinvolgimento di imprese siderurgiche italiane, con il gruppo Arvedi che ha consegnato al Mise un progetto industriale e la disponibilità a entrare nell’Ilva.

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