L’accusa è di violazione degli articoli 371 bis e 384 ter del codice penale. Boccassini ha ora venti giorni per presentare le proprie difese e evitare una richiesta di rinvio a giudizio.
Ilda Boccassini si trova al centro di un’indagine a Firenze riguardante presunte false informazioni fornite ai pubblici ministeri, aggravate dal contesto dell’indagine in corso.
Ilda Boccassini indagata a Firenze per false informazioni ai pm. L’ex procuratore aggiunto non è accusato di aver mentito direttamente, ma di aver omesso di rivelare ciò che sapeva. Secondo quanto sostenuto dai pubblici ministeri fiorentini, Boccassini sarebbe a conoscenza dell’identità di una fonte, Informazione ricevuta durante un colloquio avvenuto nel 2011 con il noto giornalista Giuseppe D’Avanzo. La presunta omissione riguarda un colloquio avvenuto il 14 dicembre 2021, durante il quale Boccassini è stata interrogata dai pubblici ministeri di Firenze e Caltanissetta nell’ambito delle indagini sulle stragi del 1993.
Tutto parte da un episodio descritto ne “La stanza numero 30”
La vicenda prende le mosse da un episodio descritto nel libro di Boccassini intitolato “La stanza numero 30”. Viene narrata una confidenza ricevuta da D’Avanzo prima della sua morte nel 2011 riguardante una fonte che avrebbe fornito informazioni cruciali a lui e al collega Attilio Bolzoni de La Repubblica nel 1994. Queste informazioni riguardavano i flussi di denaro tra il gruppo Berlusconi e la mafia, e furono bruciate da una pubblicazione giornalistica nel marzo del 1994.
Il libro di Boccassini evidenzia i tentativi dell’ex magistrato di scoprire l’identità di questa fonte, senza però rivelarla direttamente. Nonostante vari tentativi nel corso degli anni, sembra che la fonte non abbia mai accettato di confrontarsi con Boccassini. I pubblici ministeri fiorentini, pertanto, l’hanno convocata per chiederle chi fosse questa fonte, accusandola di non aver fornito questa informazione durante l’interrogatorio del dicembre 2021.