Ilaria Salis rimane detenuta mentre il tribunale di Budapest respinge la richiesta dei suoi avvocati di passare ai domiciliari in Ungheria.
La trentanovenne è stata in carcere per 13 mesi con l’accusa di aver aggredito due esponenti di estrema destra. Il giudice József Sòs ha dichiarato che Salis è ancora considerata pericolosa, citando il suo passato giudiziario in Italia come motivo di preoccupazione. Sòs ha anche sottolineato il rischio di fuga. Non ritenendo eccessiva la durata della detenzione, il giudice ha respinto la richiesta di domiciliari, sottolineando che le circostanze dell’accusa non sono cambiate.
Nel frattempo, a Milano, i giudici della Corte d’appello hanno rifiutato di consegnare alle autorità ungheresi il coimputato di Salis, Gabriele Marchesi, accusato degli stessi reati. Marchesi è quindi tornato libero in attesa del processo.
Nell’aula del tribunale di Budapest, Salis è apparsa di nuovo in catene. Durante il processo, è scoppiata una tensione quando un gruppo di neonazisti ha minacciato l’interprete della famiglia Salis, l’avvocato e gli amici presenti per sostenerla. Salis ha mostrato una lettera autorizzando l’uso delle immagini e ha letto le sue parole per spiegare che il processo non riguarda solo lei, ma è un messaggio politico inviato dall’Ungheria.
Il padre di Salis, Roberto Salis, ha definito il caso politico e ha criticato il governo italiano per non aver sostenuto sufficientemente la figlia. Tuttavia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato che non c’è pericolo di fuga e ha sottolineato che politicizzare il caso potrebbe danneggiare la situazione di Salis.
Ilaria Salis è stata incarcerata da 13 mesi dopo aver partecipato a scontri durante un raduno neonazista a Budapest. È accusata di aggressione e associazione a delinquere. Nonostante la richiesta di scarcerazione presentata dai suoi avvocati, il giudice ha deciso di mantenere Salis in detenzione. La prossima udienza è stata fissata per il 24 maggio.