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Il vaccino russo Sputnik, l’uomo di Mosca in Italia e un premier che non batte palla

Il vaccino russo Sputnik, l'uomo di Mosca in Italia e un premier che non batte palla

Oltre alla vicenda sanitaria c'è anche un interesse politico sul vaccino russo Sputnik. Palazzo Chigi e la Farnesina, però, non ne sanno nulla

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La Camera di Commercio Italo-Russa (ente milanese privato) dice che l’Italia sarà il primo Paese europeo a produrre le dosi del vaccino russo Sputnik V.

“Sarà coinvolto lo stabilimento della Adienne Srl a Caponago, a Monza, a partire da luglio – spiega Vincenzo Trani, presidente della Camera di Commercio Italo-Russa – . È stato firmato un accordo tra l’amministratore delegato Kirill Dmitriev del Russian Direct Investment Fund (Fondo governativo del Cremlino, ndr) e l’azienda italiana. Produrranno 10 milioni di dosi entro l’anno”.

L’entusiasmo, ovviamente, travolge la Lega.

“È un bellissimo segnale e motivo di orgoglio per la Brianza”, spiega l’onorevole Massimiliano Capitanio. “I 200 milioni liberati ieri dal ministro Giorgetti per la produzione nazionale di vaccini, l’accordo per produrre Sputnik in Italia, la pressione politica sulla Commissione Ue e sull’Ema (Agenzia europea del farmaco, ndr) per lo sblocco degli antidoti di Johnson & Johnson e Sputnik segnano un cambio di passo” aggiunge il senatore Roberto Calderoli.

Il ministero dell’Interno non sapeva nulla

In tutta questa vicenda, però, la Farnesina era all’oscuro. Perché, dicono dalla Camera di Commercio Italo-Russa, non risulta che sull’“operazione Sputnik” sia stata fornita alcuna esplicita approvazione da parte dell’ambasciata italiana a Mosca, che si è limitata a mettere in contatto gli italiani con il fondo russo per possibili investimenti. La Commissione Ue, attraverso uno dei portavoce, fa sapere che “attualmente non sono in corso colloqui per integrare lo Sputnik V nella strategia Ue sui vaccini”. Se uno Stato membro intende procedere d’iniziativa, lo fa assumendosene la responsabilità.

L’uomo di Mosca in Italia

Vincenzo Trani è molto conosciuto dal Cremlino. È in contatto con Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia. Fallico riferisce che ci sono altre due aziende italiane interessate alla produzione del vaccino russo: “Molto note nel settore – spiega Fallico – sono nella fase finale delle trattative con il Fondo russo”. Il nome di Trani spunta anche – riferisce Repubblica – nelle carte dell’indagine vaticana su monsignor Becciu e i fondi della Santa Sede attraverso la Mikro Kapital, di cui è fondatore. “Una volta mi arrivò l’indicazione di investire 30 milioni in Mikro Kapital, che fa prestiti a piccole imprese”, ha raccontato in un’intervista Enrico Crasso, per 27 anni gestore del patrimonio riservato della Segreteria di Stato. Trani era anche presente alla cena a Villa Madama organizzata nel luglio del 2019 in onore della visita in Italia del presidente Vladimir Putin.

Sputnik senza autorizzazione

Il vaccino russo Sputnik non è approvato dall’Agenzia europea del farmaco. In queste ore inizia la procedura di analisi prodromica alla valutazione finale. Dunque, se anche dallo stabilimento di Caponago uscissero all’improvviso milioni di fiale, non sarebbero utilizzabili e somministrabili in Europa. Non solo. Le autorità sanitarie russe dovrebbero aprire i laboratori agli ispettori ema, permettendo loro di verificare tutte le fasi della produzione, e rendere disponibili i dati dei trial clinici per fasce e per tipo di popolazione sottoposta al campione.

La tempesta a Palazzo Chigi

L’operazione non è stata per nulla concordata né con la Regione Lombardia né con Palazzo Chigi. La strategia Draghi punta a sostenere aziende italiane dotate di bioreattori in grado di produrre i vaccini già autorizzati: Pfizer-BionTech, AstraZeneca e Moderna. Non sono tante quelle che, nel Paese, hanno le strumentazioni necessarie. “Adienne – confermano dalla Camera di Commercio Italo-Russa – ha il bioreattore per produrre i vaccini basati su adenovirus”. Come quello di AstraZeneca.

La politica

La partita che si gioca non è solo di natura sanitaria. Ci sono manovre di politica estera perché oggi quelle fiale pesano molto più di qualsiasi tipo di armi. L’intelligence italiana segue da tempo le manovre attorno a Sputnik. Non è un caso che a muoversi in Italia siano stati direttamente Dmitriev, il capo del fondo sovrano russo, e Vincenzo Trani che in Italia è considerato il riferimento diretto di Putin.

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