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Il governo destina 50 milioni di euro per la bonifica di un’area pubblica di Bussi ma il Pd vuole destinarli in un’area privata appartenente all’imprenditore Toto. Le associazioni ambientaliste si sono riunite per spiegarci cos’hanno scoperto leggendo la lettera inviata alla Regione Abruzzo dal ministero dell’Ambiente

Il 4 Ottobre riprenderà il processo sull’inquinamento chimico a Bussi e le associazioni riunite nel Comitato BUSSICIRIGUARDA si sono incontrate per spiegarci la delicatezza della questione. L’immobilità che pervade le aree inquinate dalle sostanze chimiche abbandonate fin dagli annui ’60 è assoluta. Il Comitato vuole seguire, come parte civile, il processo che deve portare al risarcimento dei danni da parte delle società colpevoli del disastro. Pretendere l’applicazione delle leggi e delle procedure che obbligano alla messa in sicurezza del SIN. Il Comitato scopre, tra l’altro, una lettera del Ministero dell’Ambiente datata 12 Maggio 2011 in cui si comunica agli enti che nel decreto “Milleproroghe” 50 milioni sono destinati a Bussi. La lettera, indirizzata tra gli altri al commissario Goio e alla Regione Abruzzo, impone di «procedere al completamento di tutti gli interventi sul sito in località Tremonti. «Al 2 Ottobre si parla di utilizzare questa somma per riqualificare solo l’area industriale» chiarisce Paola Barbuscia dell’associazione Marevivo. Il commissario Goio non è intervenuto per la risoluzione di questo problema. Perché? Soprattutto ci chiediamo il motivo per il quale si voglia bonificare con soldi pubblici un sito industriale privato. L’area, infatti, è stata recentemente acquistata dal cosiddetto “duca D’Abruzzo” Carlo Toto, uno dei “potenti” della regione. L’Air One-man e concessionario autostradale delle Strade dei Parchi, vuole costruire un cementificio con cava proprio a Bussi e proprio nell’area industriale. In Abruzzo c’è una moratoria sull’autorizzazione di nuove attività estrattive e, nel frattempo, alcuni consiglieri regionali del Partito Democratico hanno firmato una mozione che impegna la giunta ad iscrivere il sito di Bussi nel disciplinare del redigendo Piano cave. Proprio Castricone precisa che «i 50 milioni di euro, destinati dal governo alla bonifica delle aree oggi di proprietà Solvay, devono essere investiti per riconsegnare un’area bonificata sotto l’aspetto ambientale e pronta per ospitare insediamenti produttivi». Ancora un regalo del Pd all’imprenditore abruzzese come sostiene Maurizio Acerbo?

Redazione

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