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“Il primo decreto era fuori legge”: Conte non avrebbe dovuto firmare il primo dpcm

La grande "potenza del bluff" del governo Conte. Le banche a garanzia del gettito fiscale per lo Stato
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Sabino Cassese è il più grande giurista italiano. Il giudice emerito della Corte Costituzionale spiega senza mezzi termini che Non si può quindi ricorrere all’articolo 78″ perché “la profilassi internazionale spetta esclusivamente allo Stato ( art. 117, II comma, lettera q).” Insomma, Conte, come avevamo riportato tempo fa, ha abusato dei decreti.

Giuseppe Conte, un premier che abusa dei Decreti e in conflitto con la Costituzione

“Lo Stato agisce con leggi, che possono delegare al governo compiti e definirne i poteri. La Corte costituzionale, con un’abbondante giurisprudenza, ha definito i modi di esercizio del potere di ordinanza ‘contingibile e urgente’, cioè per eventi non prevedibili e che richiedono interventi immediati. Le definizioni della Corte sono state rispettate a metà”.

Così, in un’intervista al Foglio, Cassese spiega come stanno le cose in fatto di decreti. Il primo decreto legge era fuori legge” spiega. “Poi è stato corretto il tiro, con il secondo decreto legge, che smentiva il primo, abrogandolo quasi interamente. Questa non è responsabilità della politica, ma di chi è incaricato degli affari giuridici e legislativi. C’è taluno che ha persino dubitato che abbiano fatto studi di giurisprudenza.”

Seppur il Parlamento abbia conferito quei poteri al governo, è sufficiente quel tipo di provvedimento? Il primo decreto legge era illegittimo: non fissava un termine; non tipizzava poteri, perché conteneva una elencazione esemplificativa, così consentendo l’adozione di atti innominati; non stabiliva le modalità di esercizio dei poteri. A palazzo Chigi c’è un professore di diritto: avrebbe dovuto bocciare chi gli portava alla firma un provvedimento di quel tipo. Poi si è rimediato. Ma continua la serie di norme incomprensibili, scritte male, contraddittorie, piene di rinvii ad altre norme. Non c’è fretta che spieghi questo pessimo andamento, tutto imputabile agli uffici di palazzo Chigi incaricati dell’attività normativa.” 

Poi, aggiunge Cassese, “Bastava, invece di abusare dei decreti del presidente del Consiglio dei ministri, ricorrere, almeno per quelli più importanti, a decreti presidenziali.”

“Aggiungo che, per la legge del 1978 sul Servizio Sanitario Nazionale, competente a emanare più della metà di quegli atti era il ministro della Salute. Abbiamo, quindi, assistito, da un lato, alla centralizzazione di un potere che era del ministro, nelle mani del presidente del Consiglio. Dall’altro, a una sottrazione di un potere che sarebbe stato ben più autorevole, se esercitato con atti presidenziali. È forse eccessivo parlare di usurpazione dei poteri, ma ci si è avvicinati.”

 

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