Un sindaco eletto dai cittadini appena due mesi fa con uno straordinario risultato: il 70%. Un primo cittadino, inoltre, per la prima volta eletto in Puglia nelle file della Lega.
Per Antonio Potenza, primo cittadino di Apricena, comune del foggiano, ieri mattina però c’è stato un brutto risveglio perché è stato raggiunto da un ordine di arresto. Il sindaco, insieme ad altre 23 persone, tra cui imprenditori e pubblici ufficiali, è finito nel mirino della Guardia di Finanza.
Secondo l’indagine denominata “Madrepatria”, gli indagati sarebbero ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati contro la pubblica amministrazione, il patrimonio, la fede pubblica e la par condicio imprenditoriale.
Il primo cittadino del Carroccio, con un passato in Forza Italia, è accusato di concussione, peculato e abuso d’ufficio.
Nel febbraio del 2018 “abusando della sua qualità di sindaco”, avrebbe costretto una componente del suo staff “con minacce implicite” a rinunciare a un lavoro a tempo indeterminato al Comune: la donna era risultata la prima degli idonei, ma Potenza “abusando dell’evidente stato di sudditanza” della collaboratrice le avrebbe imposto di rinunciare alla vittoria del concorso in favore del terzo classificato, ovvero a una persona vicina a Forza Italia, allora partito di riferimento del primo cittadino prima del passaggio alla Lega. Persona che doveva essere “favorita in virtù di accordi politici” tra il sindaco Potenza e il gruppo al consiglio regionale del partito di Berlusconi.
Il primo cittadino è accusato anche di peculato. Alcune settimane prima, Potenza aveva utilizzato una macchina intestata al Comune per andare a ritirare il passaporto suo e del fratello al commissariato di San Severo. Da lì, il sindaco con l’auto appartenente alla pubblica amministrazione si è diretto a Foggia, negli uffici della ASL, per ritirare il parere preventivo necessario alla costruzione di alcuni capannoni agricoli: non in qualità di sindaco, ma di ingegnere. L’Opel Mokka è stata acquistata in leasing dal Comune per spostamenti privati “in maniera sporadica e occasionale” .
L’abuso di ufficio, invece, risale a novembre 2017, quando il primo cittadino ha affidato verbalmente, pur non essendone competente, i lavori di installazione di un impianto di videosorveglianza nei locali del comune ad un’impresa a lui vicina. L’abuso gli procurava un “ingiusto vantaggio patrimoniale”, scrivono i magistrati. Alla stessa ditta il sindaco ha affidato anche la “bonifica” del suo ufficio, nel corso della quale sono state trovate due microspie.
Alla luce dei risultati delle indagini il gip ha disposto gli arresti domiciliari per Potenza per “lo stile criminale improntato alla indebita strumentalizzazione degli incarichi pubblici ricoperti” e per “la capacità di manipolare la cosa pubblica utilizzandola come gestione di affari privati”.
Potenza è uno storico esponente di Forza Italia, passato con Lega nel 2018. Sindaco ininterrottamente dal 2012 quando lo scorso anno aderì alla Lega.