Il potere leghista in Lombardia è rappresentato da Attilio Fontana. Un persona che ha intessuto rapporti e conflitti di interessi, regie occulte dietro le nomine. E poi ci sono carriere decise ai tavolini di un bar.
Quelli del Garden Cafè
L’Haus Garden Cafè è un pub di Gallarate. Ha una particolarità: è un “ufficio” di Nino Caianiello. Nel locale si decidono gli indirizzi della politica del centrodestra in Lombardia. Caianiello, detto il “mullah”, il “ras delle nomine”, ma anche “mister dieci per cento” per la “decima” che pretendeva dai politici che piazzava nelle amministrazioni locali e nelle municipalizzate.
L’arresto e le nomine degli assessori
Proprio Caianiello viene arrestato per corruzione il 7 maggio 2019 nell’inchiesta “Mensa dei poveri”. Intervistato da Report riguardo i suoi rapporti con Attilio Fontana e sulla genesi di alcune nomine nella giunta che oggi governa la Lombardia, Caianiello definisce Fontana un “front office”. Il presidente della Regione, dunque, è un politico che mette la faccia su decisioni di altri.
“Hai visto che i tuoi.. i tuoi consigli li hai seguiti quasi tutti…” dice Fontana a Caianiello, intercettato, dopo aver definito la lista dei suoi assessori. “Non te ne pentirai vedrai, non te ne pentirai..” risponde Ninuzzo, come lo chiamava il governatore. “Non è male, non è male la giunta secondo me” dice ancora Fontana. “Assolutamente.. no.. no è messa bene..”, asseconda Caianiello che – nonostante una precedente condanna per concussione nel 2016 – per vent’anni è rimasto il padrone del centrodestra in Lombardia. “Io ho vissuto più la gestione politica del partito – spiega Caianiello a Report -. Mentre Attilio era la persona da proporre. Non è lui il gestore della questione politica, se vogliamo dirla così”.
Le nomine dei due assessori
Il “mullah” spiega come sono nate le nomine di due tra gli assessori più influenti in Regione, Raffaele Cattaneo (all’Ambiente) e Giulio Gallera (alla Sanità), confermando quanto emerso dalle intercettazioni di “Mensa dei poveri”. “Attilio disse: ‘vedi che ho seguito il tuo consiglio, Raffaele entra in giunta con l’incarico all’ambiente””. E su Gallera: “Sapevo che c’era questa legittima aspettativa da parte di Gallera. Io dico: per me Gallera va bene”. “Risponde un po’ agli ordini Fontana?” chiede Mottola. “Non ordini, agli accordi”. “Attilio Fontana è un po’ un front office?”. “È un front office”.
Fontana e la figlia
Ma il potere leghista affonda anche le radici nel passato. C’è uno scandalo che ha colpito in pieno Attilio Fontana e parenti: quello dei camici. Si tratta di un affare da 250mila euro affidato alla società della moglie e del cognato Andrea Dini. Una vicenda che – seppur con i dovuti distinguo- ricorda una vicenda di molti anni prima. Era l’epoca in cui la giunta comunale di Varese, guidata da Attilio Fontana, modificò la destinazione d’uso – da area a verde a edificabile – di un terreno di 4.000 metri quadrati ereditato nel 2012 dalla figlia del sindaco, Maria Cristina Fontana.
A riguardo c’è la testimonianza di un ex dirigente del comune di Varese e del consigliere comunale del Pd Andrea Civati. “All’epoca il terreno era iscritto al catasto come area esclusivamente verde – dice il funzionario -. Ma poi la giunta Fontana ha modificato il piano regolatore del Comune e i 4000 metri della figlia sono diventati edificabili”. “Dai verbali del consiglio comunale – aggiunge Civati – non risulta una dichiarazione sul conflitto d’interessi del sindaco Fontana”.
Le consulenze
Un bel po’ di tempo dopo, l’avvocato Maria Cristina Fontana, beneficia di alcuni incarichi legali dalle azienda sanitarie lombarde, i cui vertici sono stati nominati dalla Regione Lombardia e in alcuni casi sono di esplicita fede leghista. Tre incarichi nel 2017 arrivano dall’Azienda sanitaria Nord Milano, cinque nel 2018 e altri tre nel 2019. Un’altra consulenza arriva dall’ospedale Sacco di Milano. Per i contratti del 2019, l’azienda ospedaliera introduce una voce sui conflitti d’interessi. Ma in relazione all’avvocato Fontana non ne vengono indicati. E poi nell’aprile 2020, in piena pandemia, l’Asst Nord Milano aggiorna l’elenco degli avvocati abilitati a fare consulenze legali. Tra i professionisti c’è sempre Maria Chiara Fontana.
Il maneggio abusivo
Un’altra storia leghista riguarda la moglie di Giancarlo Giorgetti. Si tratta di un maneggio all’interno dell’ippodromo della città. A parlare a Report è sempre un ex dirigente del comune di Varese. “In questo ippodromo c’era effettivamente un maneggio abusivo – dice il funzionario -. Vado a verificare, è gestito da due sorelle. La sorella maggiore scopro essere la moglie del senatore Giorgetti”. Si tratta di Laura Ferrari, che nel 2008 ha patteggiato una condanna per truffa. Appassionata di equitazione, riceve mezzo milione di euro da Regione Lombardia per organizzare corsi di addestramento a istruttori ippici per disabili. Ma i corsi non sono mai stati fatti. A difendere la moglie di Giorgetti, l’avvocato Attilio Fontana.
Durante la sua giunta, nel 2014, le sorelle Ferrari ottengono dalla società che gestisce l’ippodromo la gestione del centro della pista con il loro maneggio. Il contratto è un comodato d’uso gratuito: la moglie e la cognata di Giorgetti non pagano nulla. Nel 2018 l’amministrazione cambia e al maneggio arrivano i vigili. Chiedono le autorizzazioni comunali, ma i documenti non si trovano. “Quell’attività non era autorizzata – ha ricostruito Civati – ed è stata elevata una sanzione”. Per quattro anni, moglie e cognata di Giorgetti utilizzano lo spazio all’interno dell’ippodromo di Varese, trasferiscono le loro stalle private, organizzano corsi di equitazione, vengono sponsorizzate dal Comune.
Il potere leghista.