L’opposizione al Comune di Pescara intona “Bella ciao” per contestare l’azione del sindaco Mascia verso una dirigente scolastica che ha fatto cantare la canzone agli alunni. C’è da chiedersi la risata chi seppellirà: Mascia o il Pd?
Al tempo dell’inciucio la vergogna non conosce limite. Abbiamo presidenti del Consiglio tesserati nella Trilaterale e che partecipano regolarmente alle riunioni del gruppo Bilderberg ma che non perdiamo tempo a definire:«Uomini seri e responsabili in grado di dare una risposta incisiva al paese». Forse i connazionali sono ancora ubriachi da quella sorta di “rivoluzione” avvenuta nel 1992, la cosiddetta tangentopoli che, in realtà, di rivoluzionario non portato nulla. Vorrei tanto capire in che termini l’Enrico Letta nipote di Gianni possa portare beneficio all’Italia e, soprattutto, alle persone senza più un euro in tasca. Magari qualche genio sinistrorso potrebbe farmi capire perché il buon “Lettino” debba presenziare a riunioni di gruppi di lobby in cui all’interno non si sa di cosa si parla. I gruppi di pressione economica, stanno premendo fortemente sulla politica italiana per dare una direzione tutt’altro che democratica al paese. Gli interessi da raggiungere non sono per la collettività ma per un ordine mondiale che risponde a esigenze economiche messe a punto e difese da quattro banchieri andati a male. Che senso avrebbe un accordo Pd-Pdl altrimenti? I politici si trovano nella situazione scomoda di dover far capire al popolo che lo ha eletto che in fondo ciò che è stato fatto e ciò che si farà risponde ad un interesse generale. Ecco, quindi, timidi segnali di rigurgito comunista che riaffiorano nelle sezioni (?) di un Partito democratico ormai defunto e che offre tristi copioni teatrali al limite della vergogna. Un fuori programma in consiglio comunale a Pescara ha tenuto banco sui media regionali oggi perché, dai banchi dell’opposizione, i consiglieri hanno intonato “Bella ciao”. Primo fra tutti il capogruppo del Pd Moreno di Pietrantonio. Una forma di protesta contro il sindaco del capoluogo adriatico, Luigi Albore Mascia, che ha scritto una lettera di disappunto alla dirigente scolastica di Colle Pineta la quale, in occasione del 25 aprile, ha fatto cantare agli alunni canzoni che hanno «chiaramente un marchio politico», in primo luogo la versione riveduta e corretta dell’Inno di Mameli. La lettera è stata contestata dall’opposizione al punto di intonare in aula l’inno partigiano. Il buon Mascia, dal suo mondo dei sogni, non fa altro che collezionare brutte figure ma i “compagni” del Pd, fortuna per lui, spesso lo superano e di molto. Certo è che il cosiddetto Partito democratico vanta un fuoriclasse come Moreno di Pietrantonio il che è difficile da battere. Per Foschi è stato «strumentalizzato politicamentre l’intervento del sindaco Albore Mascia che, in qualità di primo cittadino, ha inteso esprimere il proprio dissenso istituzionale nei confronti di una dirigente scolastica che ha ritenuto opportuno insegnare ai propri studenti, di giovanissima età, appena 6 o 7 anni, una versione rivisitata dell’Inno di Mameli, ossia dell’Inno d’Italia, in spregio al valore stesso di quel testo, che è stato vilipeso». Orrore, vergogna e apologia. Ma tutti a mangiare nello stesso piatto. E di gusto.
di Rockefeller