il Pd delle non mezze misure
Io non so se il Pd se li cerca o se li ritrova i suoi super dirigenti, diciamocelo pure, dell’opportunismo. Premetto che sto per darvi una notizia da leccarsi i baffi visto il momento sociale e politico in cui ci ritroviamo. La notizia: il 2 Maggio scorso 94 senatori hanno votato contro il taglio alle pensioni d’oro dei supermanager. Sicuramente vi chiederete: la notizia dov’è? La notizia invece c’è eccome, anzi riguarda pure l’Abruzzo in particolare. Come noterete in fondo all’articolo abbiamo riportato tutti e 94 i nomi dei senatori che hanno votato “no” al Senato. Tra questi, ovviamente,noterete vari senatori appartenenti un po’ a tutti gli schieramenti. Vorrei portare alla vostra attenzione 3 nostri rappresentanti senatori in quota Pd: Anna Finocchiaro, Giovanni Legnini e Franco Marini. Per rispetto e galanteria inizio dalla signora Finocchiaro che all’indomani del voto, resasi conto della grande cantonata presa per il voto contro i tagli, ha dichiarato quanto segue:”Come già affermato quel voto è stato controverso, tanto che praticamente in tutti i gruppi ci sono state delle differenziazioni. A volte, in votazioni convulse su emendamenti si ha poco tempo per ragionare. Il merito della questione è controverso e nessuno ha fatto regali a nessuno. E’ una norma che riguarda il sistema di calcolo delle pensioni dei manager, non la decisione del taglio delle loro pensioni che resta. Alla Camera se si valuterà che si sia trattato di un errore il Pd cambierà il suo voto. Al Senato il Governo ci aveva chiesto di votare secondo le sue indicazioni e noi ci siamo comportati con lealtà nei suoi confronti.” A questo punto sfido qualsiasi mente umana con una intelligenza leggermente più grande di Emilio Fede a interpretare e capire le parole scritte su un post di facebook dalla senatrice. In quelle parole c’è tutto e il contrario di tutto: praticamente l’estrema sintesi delle politiche del Pd. La Finocchiaro tende a precisare che il voto non era sugli stipendi ma bensì su altro ma nello stesso tempo afferma che se ci sono stati errori di valutazione verranno corretti alla Camera. Poi per continuarsi a fare del male la senatrice afferma che in fondo è stato dato quel voto contrario perché il Governo l’ha chiesto. Io so che in uno Stato democratico a chiedere sono i cittadini e non i governi eletti dalle banche. Comunque dopo questa bella figura della signora Finocchiaro possiamo occuparci degli altri 2 grossi calibri della politica italiana: Giovanni Legnini e Franco Marini. Bè insomma, modestamente c’è da essere orgogliosi di questo dato così confortante per l’Abruzzo. Abbiamo mandato in Senato a rappresentarci 2 uomini che volevano preservare le pensioni d’oro a manager del calibro di Attilio Befera col doppio incarico di presidente di Equitalia e mandante morale degli omicidi di poveri imprenditori vessati dalle cartelle esattoriali e ad Antonio Mastropasqua, presidente dell’Inps, che porta a casa oltre 1 milione di euro all’anno. Chiaramente l’avvocato-senatore Legnini, come tutti i suoi compagni di partito, si è ben guardato dal diffondere la notizia altrimenti chissà cosa sarebbe successo. Altro che forconi: la gente avrebbe imbracciato fucili a canne mozze e sarebbe andato nel suo studio senza passare per la segreteria. Poi se avessero letto quello che lui stesso ha scritto sulla bacheca facebook i cittadini sarebbero passati direttamente alle bombe! Io non so se il Senatore ha qualcuno che gli corregge le bozze o gli traduce in parole i suoi pensieri o, se ancora peggio, ha qualche addetto stampa che gli cura la comunicazione. In tutti e 3 i casi proporrei al senatore di risparmiarsi i soldi per gli stipendi e di licenziare tutti. Sì perché il noto avvocato teatino continua con la solita solfa sull’informazione falsa e tendenziosa, dolosa e frutto d’incompetenza: come dire che la colpa non è mai loro. Insomma, secondo i geni della dinastia dalemiana, se gli altri partiti hanno votato contro è stato solo per dare una spallata al governo. Una riflessione profonda a cui quasi quasi potrebbe credere anche Scilipoti se non fosse per il fatto che se uno vota contro è perché non è d’accordo con quella proposta di legge e, il fatto che come secondo fine avrebbe quella di far cadere il governo, non si capisce quali conseguenze apocalittiche porterebbe all’elettore. Mi perdoni senatore ma io sono un povero blogger di periferia come più volte ho ribadito e le mie riflessioni partono dalla testa di un uomo qualunque. La inviterei a chiarire un po’ meglio la sua posizione rispetto a questo voto di cui per caso ne è uscita notizia e ad argomentare un po’ meglio la sua difesa. Le suggerirei di organizzare una bella conferenza stampa al caffè vittoria di Chieti e rispondere ad alcune domande di giornalisti seri e non di quelli di partito. Caro senatore in Abruzzo c’è bisogno di prendersi a schiaffi e subito dopo di dividersi insieme una birra!
di Antonio Del Furbo
LA LISTA DELLA CASTA CHE HA VOTATO CONTRO L’ABOLIZIONE DELLE PENSIONI D’ORO