Solo 100mila euro di cassa contro il milione di euro prospettato dai vertici del movimento. I 5 Stelle sono una macchina costosa da gestire e l’esigenza è di trovare soldi in fretta, e tanti.
I rapporti tra il direttivo del Movimento 5 stelle e gran parte del gruppo dei parlamentari sono pessimi. Nonostante le continue richieste, restano in pochi ad aver versato il contributo di mille euro nel mese di aprile. I 238, tra deputati e senatori, potrebbero contribuire per un budget annuale di poco meno di 3 milioni di euro.
Vito Crimi, capo politico ad interim del Movimento 5 Stelle, nel corso dell’assemblea con i gruppi parlamentari di lunedì scorso ha detto che il denaro per rilanciare le ambizioni dei pentastellati, per la maggior parte, dovrà arrivare proprio dai contributi di deputati e senatori. La quota da raggiungere per poter respirare è il fatidico milione di euro. Tra le spese da mettere a bilancio, l’affitto della nuova sede che costerà circa 15mila euro al mese.
Per le operazioni di voto, la nuova piattaforma che sostituirà Rousseau è venuta fuori dopo un’indagine di mercato e costerà dai 30mila ai 50mila euro. La notizia ha creato molti malumori tra i pentastellati. C’è chi ha parlato di una decisione presa unilateralmente, senza effettuare una votazione interna, e chi si è lamentato del fatto che invece dei 450mila euro in più per mantenere la piattaforma Rousseau si andrà a pagare il doppio.
A rendere il clima ancora più incandescente all’interno del Movimento 5 Stelle ci sono anche i risultati di alcuni sondaggi. Crollano i pentastellati, che in una settimana hanno perso 0,8 punti percentuali allontanandosi ancora di più da Fratelli d’Italia, dal quale ora hanno un distacco di oltre due punti.