La riforma fiscale è alle porte e, a quanto pare, tra gli obiettivi ci sarà l’alleggerimento del cuneo fiscale e l’ampliamento del bonus da 80 euro a una platea più vasta. Provvedimenti che il governo attiverà con la prossima legge di Bilancio.
All’orizzonte c’è una trappola enorme, quella sull’Irpef, una beffa per 900mila lavoratori.
Come sottolinea il quotidiano Il Messaggero, l’emergenza provocata dal nuovo coronavirus ha cambiato tutte le carte in tavola, comprese quelle relative al programma di riassetto tributario che avrebbe dovuto vedere luce nei mesi estivi con la legge delega e decreti.
La trappola Irpef
Il Governo ha approvato provvedimenti d’emergenza per un valore complessivo di 75 miliardi di maggiore deficit. Dal prossimo primo luglio è previsto un intervento di alleggerimento del cuneo fiscale idealmente composto da due parti.
Nella prima è previsto un ampliamento del bonus da 80 euro, che dovrebbe salire fino a 100 e riguardare una platea di contribuenti più ampia con un reddito da lavoro dipendente; nella seconda c’è una detrazione d’imposta crescente a vantaggio dei redditi compresi tra i 28 e i 40mila euro annui. Ma mentre l’ampliamento della platea del bonus è un correttivo strutturale, valido anche per gli anni successivi, la detrazione d’imposta varrà soltanto per il secondo semestre dell’anno in corso.
Uno scenario del genere, ha evidenziato la Banca d’Italia in una sua relazione, presenterà aspetti a dir poco paradossali.
I 900mila lavoratori che guadagnano tra i 28 e i 30mila euro all’anno nel 2021, avrebbero convenienza a ridurre il proprio reddito imponibile per aumentare quello netto.
Nel caso di un lavoratore senza familiari e senza detrazioni, se aumentasse di un solo euro il proprio guadagno (ipotizziamo da 28.000 a 29.001 euro annui), il suo reddito disponibile calerebbe da quasi 22.600 a 21.400 euro. Per riportare il reddito disponibile a 22.600 euro il lavoratore dovrebbe aumentare il reddito lordo fino a 30.140 euro.
Il piano del governo
Dopo le proteste seguite sulla tassa patrimoniale, l’esecutivo ha cambiato obiettivo. Si parla, ora, di una maxi riforma della tassazione capace di ruotare attorno al cardine della progressività. In sostanza chi guadagna di più deve dare di più.
Da una parte c’è il Movimento 5 Stelle con la rimodulazione degli scaglioni e una loro diminuzione da cinque a tre; dall’altra c’è il Partito Democratico che vorrebbe adottare il “modello tedesco” calibrato sugli algoritmi.
Tasse su tasse che, come sempre, ricadranno su autonomi, partite Iva e imprenditori.