Il giudice Nicola Russo condannato a 11 anni per corruzione
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Il giudice del Consiglio di Stato Nicola Russo (ora sospeso dalle sue funzioni) è stato condannato a 11 anni di carcere con l’accusa di corruzione in atti giudiziari.

I giudici della II sezione penale di Roma hanno ritenuto Nicola Russo colpevole per aver pilotato almeno tre sentenze. Dichiarato, inoltre, estinto il rapporto di Russo con la Pubblica amministrazione e disposto un risarcimento di 100mila euro in favore della Presidenza del Consiglio, costituitasi parte civile. Oltre 64 mila euro sono destinati a favore dell’amministrazione giudiziaria a titolo di riparazione pecuniaria.

L’inchiesta

A far scattare l’inchiesta nel febbraio 2019 -che ha portato all’arresto di del giudice Nicola Russo- sono state le dichiarazioni dell’avvocato Piero Amara ai magistrati, ai quali riferì di aver dato a Russo 80mila euro, promettendone altri 60mila per far ‘aggiustare’ tre sentenze proprio davanti al Consiglio di Stato. Durante la requisitoria, i pm avevano chiesto di condannarlo a 7 anni e mezzo.

Il patteggiamento del presidente

Nell’ambito dello stesso procedimento, nel luglio 2019, hanno patteggiato una condanna a 2 anni e mezzo l’ex presidente del Consiglio di giustizia amministrativa siciliana, Raffaele Maria De Lipsis, e l’ex magistrato della Corte dei Conti Luigi Pietro Maria Caruso, accusati anche loro di corruzione in atti giudiziari. Per un terzo imputato, il deputato ora sospeso dell’assemblea regionale siciliana Giuseppe Gennuso, il gup Costantino De Robbio ha derubricato l’accusa in traffico di influenze fissando in un anno e due mesi la pena.

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