Il governo Conte si trova a un bivio: tentare il tutto per tutto o dare le dimissioni puntando al reincarico per la formazione di un Conte-ter.
Altro che bene per il Paese: pronte altre 65 poltrone per salvare Conte
Pd e M5s vogliono una soluzione pilotata. Insomma: o si governa il Paese o si va al voto. Mercoledì è previsto il voto di Camera (pomeriggio) e Senato (mattina) sulla relazione del ministro Alfonso Bonafede sull’amministrazione della giustizia.
I numeri sono ancora insufficienti per l’esecutivo.
“Abbiamo 48 ore. O c’è una maggioranza o si va al voto” ha scandito Luigi Di Maio. Il Pd “si sta adoperando per garantire sulla base di un programma di legislatura un governo autorevole con una base parlamentare ampia e stabile” fanno sapere dal Nazareno. “Serve fase nuova – ribadisce il dem Goffredo Bettini – ma Conte è imprescindibile”. E rivolto al leader di Italia viva: “Ora Matteo Renzi dimostri effettivamente di avere il senso non dell’errore ma un po’ del salto nel buio che lui ha procurato e incominci in Parlamento a dare qualche segnale, se ci sono delle aperture”.
Il patto tra gentiluomini
L’ipotesi di un “patto tra gentiluomini” che garantisca al premier di rientrare a Palazzo Chigi dopo essersi dimesso. È questo l’orizzonte su cui si starebbero assestando le forze di maggioranza, anche se Leu avanza con Loredana De Petris i suoi “dubbi” su questa soluzione: “Non capisco come possano uscire i voti col Conte ter se non ci sono stati con il Conte bis”, si domanda la senatrice.
Da Casini a Monti: l’indecoroso mercato delle poltrone per salvare Conte e l’affondo di Renzi
“Nessun veto su Conte, non si mettano veti su di noi” spiega Ivan Scalfarotto di Italia Viva. Le dimissioni di Conte servirebbero dunque a rimettere intorno a un tavolo le forze di maggioranza, compresa anche Italia viva e una neonata forza di centro, per rinnovare la squadra di governo e stilare un programma di legislatura.
E le telefonate si infittiscono in queste ore. Il dilemma di Conte verrà risolto?