Arriva un nuovo prestito ponte di sei mesi per Alitalia per far fronte a “indilazionabili esigenze gestionali”. Insomma, altro sperpero di denaro pubblico per una compagnia che avrebbe dovuto chiudere i battenti da decine di anni e che ogni governo tenta di salvare. A spese dei cittadini.
Solo una settimana fa il ministro per lo sviluppo economico, Stefano Patuanelli, aveva detto che nessun euro sarebbe stato stanziato. Oggi il governo destinerà altri 350 milioni all’ex compagnia di bandiera. Almeno questa è la cifra che al momento appare all’articolo 52 nella bozza di decreto fiscale.
I fondi sono stati previsti nell’ultima versione del testo dl fiscale approvato ‘salvo intese’ dal Consiglio dei ministri. “Il finanziamento – si legge nel testo – è concesso con l’applicazione di interessi al tasso Euribor a sei mesi pubblicato il giorno lavorativo antecedente la data di erogazione, maggiorato di 1.000 punti base, ed è restituito, in prededuzione, con priorità rispetto a ogni altro debito della procedura, entro sei mesi dalla erogazione e, in ogni caso, entro 30 giorni dall’intervenuta efficacia della cessione dei complessi aziendali”.
Intanto Fs prende tempo sul dossier Alitalia e in una lettera ai commissari avrebbe chiesto una proroga dei tempi di “almeno 8 settimane” per l’offerta vincolante. “Riteniamo – si legge nella missiva inviata anche agli advisor, confermando quanto anticipato da alcuni quotidiani – che siano indispensabili almeno 8 settimane di negoziazione prima di poter presentare una eventuale offerta vincolante da parte degli attuali interlocutori”.
Ieri i consigli di amministrazione di Atlantia e di Fs, che si sono riuniti uno in seguito all’altro, si sono detti entrambe disponibili a proseguire il confronto per definire un “piano industriale condiviso, solido e di lungo periodo per il rilancio di Alitalia” e l’intenzione di partecipare alla formulazione dell’offerta vincolante.